Il bimotore Norman Bn2 partito da Los Roques con a bordo Vittorio Missoni, la moglie e altri 2 connazionali, potrebbe essere precipitato ed inabissato in un tratto di mare non distante dall’isola da cui si era levato in volo. Lo dicono le tracce radar di un apparato militare, su cui hanno lavorato ieri i tecnici venezuelani.
Subito si è attivata la macchina delle ricerche, che vede ancora impegnati oltre 400 mezzi navali ed aerei. Ma nel punto in cui si ipotizza il velivolo abbia iniziato a perdere quota non è stato trovato nulla in superficie ed il fondale è profondo oltre 2mila metri: ci vogliono attrezzature adeguate al momento non ancora disponibili.
“Le autorità venezuelane e quelle italiane – fanno sapere dal Consolato italiano di Caracas – si stanno accordando per un proseguimento delle ricerche oltre i previsti otto giorni, concentrando le risorse in un’area definita e utilizzando i mezzi che siano maggiormente utili”.
Insomma, si spera che questa volta si tratti della traccia giusta. Finora è stato come cercare un ago in un pagliaio: il tratto di mare in cui può essere precipitato lo scorso 4 gennaio il piccolo “Islander”, considerata la rilevante quantità di carburante imbarcata, è davvero ampio e in assenza di indizi concreti, come il ritrovamento di un rottame, il lavoro dei soccorritori è stato vano.