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Alessandra Mastronardi malattia: «Ne soffro fin da piccola. Una volta mio padre ha evitato che io annegassi»

Torna questa sera su Raiuno la prima puntata de I Medici 3, coproduzione internazionale, realizzata da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, Big Light Productions e Altice Group, con protagonisti Daniel Sharman, che torna a vestire i panni di Lorenzo Magnifico. Accanto a lui Alessandra Mastronardi, che è Lucrezia Donati. Un traguardo per l’attrice, già protagonista di altre fiction di successo come L’allieva, arrivato dopo il timido esordio ne I Cesaroni. Tanta tv e cinema per la 33enne napoletana, che in un’intervista ad Ok-Salute e Benessere ha raccontato di un suo particolare problema di salute.

Alessandra Mastronardi malattia: «Ne soffro fin da piccola. Una volta mio padre ha evitato che al mare io annegassi»

«Il cardiologo ha detto che il mio è un disturbo psicosomatico. Mi capitava già a scuola: i battiti cominciano ad accelerare, sempre più forte, il respiro diventa affannoso, la mia percezione della realtà più difficile. E io entro in uno stato di quasi incoscienza. A volte, sono svenuta», questa la confessione di Alessandra Mastronardi, che ha proseguito: «All’improvviso, tutto rallenta, e tende a ritornare verso la normalità. Ma proprio questo, anche se può sembrare strano, è il momento più pericoloso, perché la pressione del sangue, che era salita per colpa della tachicardia, va incontro a un immediato crollo velocissimo…». La stessa attrice ha voluto tranquillizzare i fan, raccontando un aneddoto che fa capire però quanto il suo sia un disturbo potenzialmente pericoloso: «Niente di preoccupante, per carità. Mi capitava soprattutto quando ero bambina (adesso, per fortuna, molto meno). Ma mi è successo anche mentre facevo il bagno nel mare di Fregene, a 16 anni, con mio padre che si è precipitato a portarmi fuori dall’acqua, per evitare che annegassi…».

Episodio analogo agli inizi della carriera: «Ora riesco ad evitare casi estremi»

Episodio analogo agli inizi della sua carriera«Un volta mi sono ritrovata in questa situazione sul set dei Cesaroni, nel teatro 21 di Cinecittà. È dovuto intervenire un macchinista per “salvarmi”, il mio eroe, che mi conosce da quando ero piccola. Con uno scatto da atleta mi ha afferrato al volo. In braccio, lungo i viali fra i teatri di posa, mi ha fatto respirare l’aria tiepida, inebriante, delle piante aromatiche. Quasi sempre, comunque, riesco a evitare questi casi estremi. Ho imparato a conoscermi bene e so interpretare in modo raffinatissimo, ormai, i segnali della tachicardia!». 

Alessandra Mastronardi: «Estraggo subito dalla borsetta le gocce di biancospino, che porto sempre con me…»

Oggi, infatti, Alessandra Mastronardi riesce a gestire gli attacchi: «Quando sento che arriva, subdolamente, mescolata alle altre sensazioni della vita, estraggo subito dalla borsetta le gocce di biancospino, che porto sempre con me, e ne instillo alcune sotto la lingua. Nello stesso tempo applico alcune tecniche di respirazione che mi ha insegnato mio padre, anche lui vittima, da sempre, di questo problema…. Sono metodi che assomigliano, per certi aspetti, a quelli che si usano nei corsi di recitazione: si impara a usare il diaframma e a controllarlo, anche se non è facile. Così aumenta il senso di benessere e viene tenuta lontana la corsa indiavolata del battito cardiaco. Certo, in questo modo si raddoppia anche la quantità di aria che entra nei polmoni, la voce diventa più potente e c’è più fiato per correre o per eseguire altri esercizi. È l’Abc del canto e della danza!. Da questo punto di vista la tachicardia (o, meglio, il sistema per combatterla) mi ha aiutato molto nel mio lavoro di attrice….».

«Ho fatto, qualche anno fa, un controllo dal cardiologo, ecografie, prove sotto sforzo…»

La stessa Alessandra Mastronardi ha voluto spiegare l’origine del suo problema: «Ho fatto, qualche anno fa, un controllo dal cardiologo, ecografie, prove sotto sforzo. Non ho malformazioni o altri problemi organici. Il mio è un disturbo psicosomatico. E dunque cerco di arrangiarmi da sola, senza ricorrere ai medici o ai farmaci. Qualcuno può pensare che la tensione del set accentui la tachicardia, ma in realtà (a parte quella volta nello studio 21 di Cinecittà) avviene esattamente il contrario: quando mi ritrovo davanti alla macchina da presa, mi sento bene. È il mio mondo, il mondo ideale…». Poi la 33enne ha concluso: «La mia vera sfida, continua, ovunque, è quella di controllare i conflitti interiori, collaborare con me stessa. Altrimenti la “tachi”, come la chiamiamo in famiglia, è facile che parta…».

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