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All’ospedale di Trapani non si può più abortire: ultimo ginecologo non obiettore è in pensione

Abortire è prima di tutto un diritto che va tutelato e ponderato in ogni sua forma e declinazione. Una donna è padrona delle sue scelte e del suo corpo e spetta a lei e solo a lei la decisione di portare avanti una gravidanza o di interromperla. La situazione dei medici obiettori di coscienza sta assumendo proporzioni davvero preoccupanti. L’ultima situazione riguarda l’ospedale di Trapani.

All’ospedale di Trapani, l’ultimo medico ginecologo non obiettore di coscienza è andato ufficialmente in pensione e da questo momento in poi, all’interno della struttura sanitaria, non sarà possibile abortire. Nel reparto, infatti, sono rimasti sei medici, tutti obiettori di coscienza. Abortire nell’unica struttura sanitaria della città, Ospedale Nosocomio Sant’Abate, non sarà più possibile. Durissima la reazione dei sindacati Cgil e Uil: “A Trapani non viene più garantito il diritto della donna di interrompere volontariamente la gravidanza. Il rischio è che si spinga al ricorso agli aborti clandestini“.

A ribattere è Francesco Giurlanda, direttore dell’ospedale di Trapani, spiegando che il medico assunto può in ogni momento dichiararsi obiettore di coscienza e che per abortire è possibile recarsi al nosocomio di Castelvetrano. Lo scenario che si è appena aperto non è dunque dei migliori e i rischi sottolineati dai sindacati potrebbero anche diventare una realtà se non vengono garantiti alle donne i loro pieni diritti.

Photo Credit: Monkey Business Images/Shutterstock.com

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