Numerose sono le fonti da cui trae origine la Medicina Antiaging, volta a prevenire l’insorgere di patologie legate al passare del tempo e dunque l’invecchiamento cellulare. Tra queste fonti, un posto di tutto rispetto tocca sicuramente alla ricerca spaziale condotta per oltre 40 anni in Russia, in USA e in Europa.
In orbita, infatti, il corpo umano invecchia a velocità drammatica. Vediamo perchè:
- La mancanza della forza di gravità elimina lo stimolo esercitato normalmente su muscoli ed ossa;
- L’assenza di aria fresca non favorisce la detossificazione;
- La privazione di luce solare non stimola la vitamina D;
- L’impossibilità di nutrirsi con cibo fresco crea gravi carenze all’organismo;
- L’assenza di atmosfera elimina la protezione da radiazioni e stress ossidativo.
Si è calcolato che astronauta durante una missione di 6 mesi perde la stessa quantità di osso che si perde a terra nei 10 anni tra i 50 e 60 anni!
In conseguenza a queste drammatiche valutazioni sono state condotte negli scorsi anni numerose ricerche sull’invecchiamento accelerato e sulle contromisure per rallentarlo. Ed è stato possibile sviluppare dei protocolli di intervento specifici per coloro che compiono missioni nello spazio.
E proprio da questi studi sui processi di invecchiamento in condizioni estreme ha tratto alcuni spunti la Medicina Antiaging.
In particolare, il Dottor Filippo Ongaro è stato medico degli astronauti presso l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dove ha sviluppato metodi avanzati per la prevenzione dell’invecchiamento adottati anche dalla NASA e dall’Agenzia Spaziale Russa. Il Dottor Ongaro ha raccolto la sua esperienza nel libro “Le 10 Chiavi della Salute: dalla ricerca spaziale alla medicina anti-invecchiamento”.
Il Dottor Ongaro è membro dell’Amia, Associazione Medici Italiani Antiaging, partner di Antiaging Club nella prevenzione dell’invecchiamento.