Domani, Martedì 1 ottobre, torna su Iris in seconda serata Storie di Cinema, l’appuntamento settimanale con il noto critico cinematografico Tatti Sanguineti. Il filo conduttore della puntata sarà il legame tra football, inteso come il calcio nostrano, e il cinema.
Passando d’epoca in epoca Sanguineti ci spiegherà come il calcio e i suoi protagonisti abbiano avuto di volta in volta diversi ruoli all’interno della società. Naturalmente i media, tra cui il cinema, hanno di conseguenza assegnato a questo sport significati vari a secondo dell’epoca.
Sanguineti partirà nella sua analisi dagli Anni ’30, durante i quali l’Italia vinse per due volte la Coppa Rimet: “Il calcio di quell’epoca era contagiato dalla propaganda e l’emblema mediatico di quel pallone erano le radiocronache di Carosio […] Nel Dopoguerra furono Raf Vallone e Walter Chiari, ovvero il calcio di sinistra e quello di destra, ad incarnare le rivalità ideologico-politico-sportive di quegli anni”.
Si passa poi agli Anni ’50 e Sanguineti ci spiegherà come “I calciatori di allora erano gli ‘eroi della domenica’ e i film che li ritraevano sullo sfondo si chiedevano quante ore prima della partita l’atleta potesse fare sesso […] Nei ’50, con l’arrivo dei tre campioni argentini Valentin Angelillo, Omar Sívori ed Enrique Maschio, il calcio s’intreccia con la ‘Dolce vita’: il primo sarà rovinato da Ilya Lopez, una cantante da night-club”.
Si passerà poi ad analizzare gli Anni ’60, in cui Herrera cancellò i residui di calcio ortaoriano, gli Anni ’80 con alcuni film come L’allenatore del pallone e Eccezzziunale… veramente, su su fino ad oggi. In tutto questo ci sarà spazio per una vera chicca: l’aneddoto della ‘partitella’ tra la troupe di Novecento e quella di Salò: “Esisteva il sospetto che i bertolucciani avessero messo dei campioni veri in campo – la leggenda vuole che nella loro squadra ci fosse Boninsegna – […]Finì con due gol di vantaggio per Bertolucci: Pasolini non la prese bene”.