«Mancava poco e Yusuf faceva un casino in autostrada». A parlare, senza sapere di essere intercettato, parlando di se in terza persona, è Giuseppe F., il giovane palermitano arrestato all’alba di oggi per terrorismo islamico. Gli inquirenti non sanno a cosa si riferisse il radicalizzato.
«Sono preso troppo di collera ho sbagliato tipo 2 volte strada», dice. «Ho allungato 40 km. In più mi sono scadute le ore mi sono dovuto fermare avevo lo scarico alle 2 e sono arrivato alle 8 meno un quarto». E poi ancora, frasi sconnesse ma inquietanti: «Credimi mancava poco e Yusuf faceva un casino in autostrada», «Sai qual è il ‘patto della morte’», «Fatto da ‘ikrimah”». «”Bn abi jahl”». «”Ora devo ancora pregare”».
Secondo gli inquirenti Giuseppe F., conosceva bene “gli usi dei miliziani dello Stato Islamico grazie alla visione di video vertenti su azioni suicide di martirio”. Così si esprimono nell’ordinanza di custodia cautelare i pm di Palermo che hanno coordinato l’inchiesta. Infatti “Frittitta riferiva all’amico che aspirava al martirio che farsi esplodere era una azione riservata a pochi eletti, posto che erano in tanti quelli che desideravano sacrificare la propria vita per la causa”.
L’amico marocchino Ossama G., anch’egli arrestato oggi “rispondeva che lui avrebbe potuto godere di una preferenza in quanto soggetto malato”. Lo stesso F. ha poi confermato “quanto appena riferito dall’amico e sottolineava, al riguardo, di aver visionato diversi video dove alcuni miliziani in sedia a rotelle si erano fatti avanti per la
causa, nonostante la loro condizione precaria”.
«La legge di Allah si applica con la spada e bisogna essere crudeli con i traditori e con i ribelli. E morti tutti» dice G. senza sapere di essere intercettato, quando parlava con l’amico Giuseppe F.. «Gli apostati sono una malattia – diceva – e non avranno che la spada come medicina. E’ arrivata l’ora del combattimento».