Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega Nord, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza per associazione a delinquere e truffa aggravata in relazione all’inchiesta sui fondi del partito.
Nell’ambito della stessa inchiesta è stata anche eseguita un’ordinanza di custodia cautelare verso Stefano Bonet, l’uomo che si occupò dei discussi investimenti dei fondi della Lega in Tanzania.
Fulminea la carriera politica di Belsito: prima militante di Forza Italia poi autista e portaborse dell’ex ministro della Giustizia Alfredo Biondi, si iscrive nel 2002 alla Lega Nord per cui ha ricoperto i ruoli di Capo Segreteria del Presidente del Consiglio regionale ligure Francesco Bruzzone e di segretario della Lega Nord ligure. Dal 2001 al 2006 viene nominato consigliere del Sottosegretario di Stato agli Interni Maurizio Balocchi (ne prenderà il posto alla sua morte); dal 2007 al 2010 vice-segretario e tesoriere regionale della Lega Nord ligure, dal 2010 tesoriere del partito nazionale e nominato anche vicepresidente di Fincantieri.
Un anno fa scoppiarono le polemiche sulle operazioni finanziarie della Lega Nord (oltre 7 milioni di rimborsi elettorali vengono investiti in paesi esteri come Tanzania e Cipro) e su alcune operazioni sospette sui conti correnti del partito. Belsito finì nell’occhio del ciclone e venne espulso dalla Lega Nord; venne criticato anche lo stesso leader e segretario federale Umberto Bossi che ammise di aver approvato le operazioni di Belsito.
Partirono da lì le indagini di varie procure per le ipotesi di reato di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato in relazione ai finanziamenti pubblici percepiti dalla Lega (è la prima volta che una procura contesta ciò ad un partito politico).