Presto la lunga e noiosa trafila del controllo bagagli a mano in aeroporto potrebbe essere semplificata, ridotta, snellita. E non solo, il fastidioso divieto di portare sull’aereo sostanze liquide, potrebbe diventare un ricordo. Secondo le norme vigenti, infatti, introdotte come misure precauzionali all’indomani della tragedia dell’11 settembre 2001 (in Europa 5 anni dopo), nel bagaglio a mano i liquidi devono essere contenuti in recipienti di capacità massima di 100 ml, da inserire in un sacchetto di plastica trasparente e richiudibile, di capacità non superiore a 1 litro.
Ma presto tutto questo iter potrebbe essere rivoluzionato da una importante novità che arriva dal New Mexico: gli scienziati del laboratorio di ricerca americano di Los Alamos hanno messo a punto un’avanzata tecnologia di screening in grado di stabilire in tempi ristretti se un liquido rappresenta una potenziale minaccia o meno e, nello specifico, se si tratta di sostanza esplosiva. Questo innovativo sistema, in parte finanziato dal Dipartimento Usa di Homeland Security, si chiama “MagRay” e funziona così: sottopone i liquidi a una scansione tridimensionale che combina risonanza magnetica, raggi X a bassa potenza e contenuto di protoni, riuscendo così a distinguere i liquidi innocui da quelli pericolosi.
Michelle Espy, fisico a capo del progetto, spiega: “I tradizionali sistemi di scansione dei bagagli sono basati solo sui raggi X e per questo hanno una limitata sensibilità e selettività per il riconoscimento dei liquidi. La risonanza magnetica è in grado di differenziare i liquidi, ma c’è una classe di esplosivi, quelli più complessi o artigianali, più difficile da individuare. Ecco perché si è reso necessario un terzo parametro, il contenuto protonico“. I viaggiatori di tutto il mondo ringraziano.