Il presidente Barack Obama in merito alla decisione di attaccare o meno la Siria, nutre ancora forti dubbi. Nonostante il segretario di stato americano John Kerry in una conferenza stampa per aggiornare lo stato del lavoro del team di sicurezza del presidente Barack Obama, abbia detto: “L’uso di armi chimiche in Siria è stato indiscriminato e su larga scala ha aggiunto Kerry. L’uccisione di civili in Siria è un’oscenità dal punto di vista morale e dovrebbe scuotere le coscienze nel mondo”. Per Kerry quindi il regime siriano ha qualcosa da nascondere. Saltata in extremis la riunione di domani all’Aja tra delegati di Stati Uniti e Russia per rilanciare la piu’ volte rinviata conferenza internazionale di pace sulla crisi siriana, la cosiddetta Ginevra 2.
Secondo il Washington Post Obama sta valutando un possibile attacco che al massimo potrà durare due giorni, eseguito attraverso il lancio di missili dal mare, ovviamente gli obiettivi sensibili saranno arsenali e basi militari. Il Mediterraneo sarà dunque lo scenario dove posizionare i quattro cacciatorpedinieri americani, ognuno armato di 96 missili da crociera Tomahawk capaci di colpire con la massima precisione ad una distanza di 2500 km. Anche la Gran Bretagna sembra non vedere l’ora di schierare le sue navi da guerra, compreso un grosso sottomarino a propulsione nucleare, ma anche la portaerei Illustriuos, la portaelicotteri Hms Bulwark ed altre quattro fregate. Le basi aereonautiche americane, basi distaccate in Turchia e quadriglie di F-16 in Giordania, potrebbero essere decisive per un conflitto via mare. Così come quelle della Gran Bretagna dislocate a Cipro, dove sembra che lì sia già tutto pronto per sferrare l’attacco.
27/08/2013 12:04