Sono questi i risultati del decreto del Governo Monti che obbliga gli amministratori locali – nei comuni e nelle province con una popolazione superiore ai 20mila abitanti – a lasciare il proprio incarico per potersi candidare al Parlamento.
E così da un paio di mesi a questa parte cittadini sbigottiti, un po’ in tutta la Penisola, hanno assistito a dimissioni di massa, che hanno più il sapore della fuga.
Ad Avellino, in piena battaglia per la difesa del capoluogo di provincia nell’eventuale accorpamento con Benevento, il sindaco Giuseppe Galasso (del Pd) aveva “pensato bene” di mollare tutto e andar via. Lasciando una città senza guida in uno dei momenti più delicati degli ultimi anni, con Avellino che rischiava di diventare (inspiegabilmente, visto che l’Irpinia conta oltre 100mila abitanti più del Sannio) una succursale del feudo mastelliano. Ora è candidato alle primarie del Partito Democratico.

Cosimo Sibilia tra Milanese e Cosentino
Oggi, il presidente della Provincia, Cosimo Sibilia, esponente del Pdl e figlio del celebre presidente dell’Avellino Calcio ai tempi della serie A, ha emulato l’ex sindaco Galasso, rassegnando le proprie dimissioni nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Caracciolo. Si candiderà alla Camera dei Deputati, evidentemente rassicurato dal quartier generale del suo partito, calpestando di fatto la volontà e la fiducia degli irpini che l’hanno eletto alla guida della Provincia…
Leggi anche -> Il sindaco senza vergogna di Gianluca Capiraso
Leggi anche -> Riordino Province, Avellino si Ribella di Daniele Miceli
Leggi anche -> Avellino, 92 anni di Antonio Sibilia, Patron di Quel Calcio che non c’è più di Gianluca Capiraso