La sua origine si perde nella notte dei tempi, discende da tradizioni magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fonde con elementi folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi.
In certi paesi del Friuli e del Trentino, alcuni gruppi di ragazzi , chiamati i Befani, si travestono con abiti da anziana, tingono il volto di nero con la fuliggine, e portano una lanterna per la sera. Così agghindati, dunque, girano per i paesi bussando di casa in casa, chiedendo a tutti dei dolci che poi vengono ridistribuiti ai bambini.
A Urbania, nelle Marche, hanno deciso di costruire una vera e propria Casa della Befana che si può visitare durante tutto il periodo natalizio. Il 6 gennaio, in città, gira un gruppo di Befane, dalla più giovane alla più vecchia, dalla più brutta alla più bella, e tutti fanno festa insieme.
In Maremma e sul monte Amiata, in Toscana, si intonano le Befanate, canti popolari, spesso con l’accompagnamento della musica, che si tramandano di generazione in generazione. In Friuli, a Cividale Gemona e Tarcento, il giorno dell’Epifania si rievocano manifestazioni storiche, con cortei colorati e canti rituali. Mentre in Alto Adige si festeggia la “vedla dunacia” (la vecchia donnaccia). Un tempo, la “vedla dunaci” andava in giro con una scopa a spazzare via dalle case l’anno vecchio e i demoni dell’inverno. Oggi l’usanza è riproposta ai turisti, offrendo loro vin brulè e dolci.