Per Bersani è possibile dunque abbassare la pressione fiscale e l’austerità impressa da Monti creando le condizioni perché ciò succeda e mantenendo gli impegni presi con la comunità europea. L’austerità sopportata a stento dagli italiani ci ha salvati da un commissariamento dell’Europa, ma sul lavoro ha affermato che non è possibile andare oltre con l’imposizione di tasse e che se una manovra correttiva dovrà essere effettuata: “Dovremo registrare se le previsioni di crescita sono quelle del governo, se c’è qualche polvere sotto il tappeto e se per esempio, abbiamo la sicurezza della copertura degli ammortizzatori sociali”. Insomma la situazione resta difficile, ma è possibile riprenderci con accorgimenti che favoriscono la crescita.
Il segretario del PD ragionando sulla pressione fiscale ha ipotizzato: “Alleggerire le situazioni più deboli, eliminando l’Imu per quelli che stanno pagando adesso fino a 500 euro“, precisando che la misura potrebbe essere coperta con una patrimoniale sugli immobili “fino a 1,5 e mezzo catastale, che significa a mercato 3 milioni”.
Mario Monti presenta i candidati di Scelta Civica in Lombardia: Mauro, Albertini, Ichino. Il suo risentimento verso i sindacati lo palesa in maniera chiara: parlando della candidatura di Ichino: “a volte le istanze etiche genuinamente sentite da certe organizzazioni politico-sociali finiscono per non fare l’interesse delle persone o delle categorie che vogliono tutelare ma il loro danno”. Bersani non nasconde il disappunto e lo controbatte: “E’ un giudizio un po’ dall’alto. Andare a dire ai sindacati qual è l’interesse dei lavoratori.. io faccio un po’ fatica a me non risulta che i sindacati siano un intralcio”.
Bersani si sente all’altezza del compito di Premier. Monti dal canto suo afferma “Non vogliamo essere né terzi né incomodi, ma vogliamo contribuire gradualmente a cambiare la politica italiana per renderla più moderna e coinvolgere la società civile: se questo orientamento non sarà il primo, l’italia sarà abbastanza condannata all‘arretratezza, alla mancanza di competitività e ad essere una società vecchia”. Bersani gli ricorda che per governare occorre il 51% dei consensi. Dando spazio ancora una volta ala possibilità di alleanze dopo il voto.
Altro tema affrontato con Vespa è quello della Presidenza della Repubblica, per il segretario del PD è sempre meno probabile che sia Monti l’uomo per il Quirinale.