Per ben 25 anni è stata il volto del Tg3, dal 2016 è al timone di #Cartabianca, programma assai seguito dal grande pubblico. Stiamo parlando di Bianca Berlinguer, figlia dello storico leader del PCI, che si è raccontata in un’intervista al settimanale Diva e Donna. Una chiacchierata interessante soprattutto perché la 59enne è restia a rispondere a domande: «Mi piace di più stare dall’altra parte, mi piace il mio ruolo di giornalista. E poi chi mi intervista finisce sempre col farmi domande sulla mia vita privata, di cui non voglio parlare!».
La conduttrice di #CartaBianca: «Berlinguer un cognome pesante?»
Stavolta Bianca Berlinguer ha fatto un’eccezione: ha rievocato ricordi e suggestioni, ha parlato del suo ultimo libro dedicato a Marcella Di Folco, ha speso qualche parola sul suo adorato padre scomparso e sui suoi due punti di riferimento: Giulia e Macchia. «Giulia è mia figlia, ha quasi 21 anni e non direi che mi somigli. È sempre stata molto brava nelle materie scientifiche, studia Economia… Io matematica zero!», ha raccontato la giornalista, parlando della giovane avuta da Luigi Manconi, sociologo ed ex senatore. «Macchia è la mia lupa oramai quattordicenne. Non ha molto tempo davanti, loro vivono così poco… Non posso evitare l’inevitabile, ma almeno posso cercare di starle vicino. Così, cerco di portarmela ovunque…». A Susanna Schimperna Bianca Berlinguer ha parlato poi del padre: «Ho avuto da una parte le difficoltà che tutti abbiamo nel trovare una nostra identità specifica, a cui non si sovrapponga quella dei tuoi genitori. Solo che gli altri fanno questo lavoro di ricerca di una propria identità senza che si sappia, io ero esposta. Peso? No, il contrario. Il nome di Enrico Berlinguer suscita ancora oggi amore, rispetto, rimpianto. Ho goduto e godo di un affetto grande, che da lui si è trasferito a me e ai miei fratelli!».
Gli esordi al Tg3: «Ecco come avevamo soprannominato la Lega…»
Durante l’intervista “Bianchina”, come la chiama Mauro Corona, ospite fisso di #CartaBianca, ha spiegato come è nata la sua passione per il mondo della comunicazione: «All’ultimo anno di liceo ero incerta tra psichiatria e giornalista, poi ho cominciato a scrivere i primi pezzi sul Messaggero. Sono entrata in Rai nel 1985, un anno dopo la morte di mio padre. È nato tutto casualmente da un incontro con Minoli che cercava giovani per rinnovare la sua redazione di Mixer. Poi il praticantato al Radiocorriere Tv e al Tg 3 con Sandro Curzi, la svolta più importante della mia vita professionale, il più grande direttore che abbia mai avuto. Sempre presente, motivato (…) con un intuito unico: fu lui a capire, prima di tutti, il fenomeno Lega e a pronosticare che avrebbe avuto un futuro rilevante. Sai come l’avevamo soprannominato in redazione? “Che ce vo'”. Perché non si fermava di fronte a nulla, non c’erano ostacoli che gli apparissero insormontabili».
Bianca Berlinguer e il libro “Storia di Marcella che fu Marcello”
Bianca Berlinguer è nelle librerie con Storia di Marcella che fu Marcello, un libro che racconta la storia di Marcello e del suo percorso per diventare pienamente donna, grazie ad un intervento chirurgico a Casablanca. La Di Folco è stata una combattente per i diritti dei e delle trans: ha recitato anche in diversi film firmati da noti registi come Fellini, Rossellini e Monicelli. «La trans Marcella l’ho conosciuta ad un Gay Pride», ha spiegato Bianca Berlinguer, che ha poi aggiunto: «Abbiamo registrato i suoi racconti fino a cinque giorni prima che morisse. (…) Una persona eccezionale, che ha perseguito con una determinazione straordinaria il suo obiettivo di far coincidere anche fisicamente e legalmente la sua identità sessuale con quella che già aveva!».