Il bimbo di due anni morto ieri pomeriggio, mercoledì 17 aprile 2019, a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone, è stato strangolato dalla mamma. La donna, 29enne, aveva raccontato che il piccolo, Antonio Gabriel Faroleto, era stato investito e ucciso da un’auto poi fuggita, in località Volla. Ma il racconto, che non aveva convinto i carabinieri, ha fatto scattare ulteriori accertamenti che hanno portato, dopo un lungo interrogatorio nella notte, all’arresto della stessa.
Bimbo strangolato, tutto per un capriccio del piccolo
A scatenare il folle raptus di Donatella Di Bona, sarebbe stato un capriccio del piccolo che, piangendo, chiedeva di poter tornare a casa dalla nonna. Tanto sarebbe bastato alla 29enne che chiudendo la bocca del figlioletto, avrebbe stretto il collo fino a soffocarlo, per poi cercare di sviare gli investigatori sostenendo che il piccolo fosse stato investito da un’auto pirata. L’allarme sarebbe scattato intorno alle 16 di ieri in località Volla, nelle campagne di Piedimonte San Germano. Dopo le prime richieste di intervento, il personale del 118 ha a lungo cercato di rianimare Antonio Gabriel, ma nulla è stato possibile. La testimonianza della mamma, che sosteneva che un’auto lo avesse investito per poi fuggire, non trovava riscontro: nessuna traccia del mezzo e nessun segno di investimento sul corpo del bimbo. I carabinieri, si sono dunque concentrati sulla 29enne, che presentava delle piccole ferite sul volto e sul collo di cui non riusciva a fornire una spiegazione plausibile.
Bimbo di 2 anni strangolato, fermata la mamma
La donna, vittima da tempo di continui attacchi di panico, che viveva in condizioni di notevole difficoltà, è stata sottoposta a fermo con l’accusa di omicidio volontario, e rinchiusa nel carcere romano di Rebibbia. Dopo l’interrogatorio, i carabinieri hanno compiuto delle perquisizioni e sono tornati con lei sul luogo del presunto investimento. Donatella ha quindi cambiato versione, dicendo che era stata lei, accidentalmente, a investire il figlio. Ma anche quel racconto non ha retto alle domande incalzanti degli investigatori svelando così l’orrore. I carabinieri e il sostituto procuratore Valentina Maisto si sono così trovati davanti a una donna fragile e sola trasformata in assassina.