#BringBackOurGirls. Ha raggiunto un milione di retweet l’hashtag lanciato su Twitter da un avvocato nigeriano, nella speranza di attirare l’attenzione della stampa internazionale sul dramma del rapimento, il 14 aprile scorso, delle di 300 studentesse in un liceo di Chibok da parte di integralisti islamici di Boko Haram. I fondamentalisti sono pronti a vendere le giovani come schiave per 12 dollari. Il 23 aprile scorso,durante la cerimonia dell’Unescu in Nigeria, il vicepresidente della banca mondiale per l’Africa ha esortato il governo di intervenire, dichiarando: “Ridateci le nostre ragazze”.
Michelle Obama, Hillary Clinton, Angelina Jolie e Sean Penn, sono solo alcune delle più importanti personalità della politica e dello spettacolo che stanno sostenendo una campagna per sensibilizzare tutte le autorità locali, e internazionali ad intervenire per permettere il ritrovamento delle giovani donne. La loro foto circola sul web, mentre espongono il cartello di denuncia che riproduce l’hashtag.
La denuncia forte e chiara è arrivata anche da Netsanet Belay, capo Amnesty’s Africa, che tempestivamente ha dichiarato: “Il rapimento e la detenzione continuata di queste ragazze della scuola sono crimini di guerra e i responsabili devono essere assicurati alla giustizia. Gli attacchi alle scuole violano anche il diritto all’istruzione e devono essere fermati immediatamente”.