Taormina, dopo il ritrovamento, venerdì scorso 13 luglio, di un cadavere mutilato che galleggiava in acqua a 100 metri dalla spiaggia di Isola Bella, in provincia di Messina, i carabinieri stanno lavorando per arrivare alla sua identificazione. Il corpo in avanzato stato di decomposizione, secondo quanto emerso era privo di testa, braccia e gambe. A breve su quei resti sarà eseguito l’esame autoptico e, una volta estrapolato il Dna, quel profilo genetico sarà comparato con quello delle persone scomparse in mare nella zona.
Vi sarebbero, stando a quanto trapela, almeno cinque casi di scomparse tuttora irrisolti, tutti riguardanti pescatori e subacquei dei quali si sono perse misteriosamente le tracce tra il 2014 e il 2017, proprio nelle acque di Taormina e Giardini ma anche dell’Etneo. Le indagini dunque partiranno da lì. Si ipotizza infatti che le correnti possano aver spinto il corpo, da lungo tempo in mare, forse proveniente da zone più lontane. Nessuna ipotesi investigativa in questa fase iniziale delle indagini può dirsi esclusa: potrebbe trattarsi di un ritrovamento da ricondurre a una tragedia in mare avvenuta tempo fa, ma non si può escludere neppure l’ipotesi peggiore, ovvero che si sia trattato di un omicidio.
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Il corpo rinvenuto è stato avvistato nel tratto di mare tra Taormina e Giardini; era rimasto incastrato in un sacchetto da lancia, di nylon. Guardia Costiera e subacquei dei Carabinieri lo hanno recuperato venerdì sera. Quel cadavere potrebbe essere rimasto chissà per quanto tempo in mare, e forse è mutilato a causa dell’azione distruttrice dell’acqua e dei pesci. E’ stato dunque impossibile, subito dopo il rinvenimento, risalire all’epoca e alla causa del decesso. La speranza è che l’autopsia possa dire qualcosa in più in merito.