“Il mio coraggioso ragazzo se n’è andato con gli angeli oggi alle 13.35 nelle braccia di mamma e papà e circondato dalla sua famiglia. Era il nostro supereroe e aveva combattuto la battaglia più difficile ma c’era bisogno di lui altrove. Non ci sono parole per spiegare quanto il nostro cuore sia a pezzi. Dormi bene e vola alto con gli angeli.” con queste parole la mamma del piccolo Bradley ha annunciato la morte del suo piccolo gettando nello sconforto tutto il mondo del calcio britannico e non solo.
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Bradley Lowery combatteva da due anni contro un tumore che colpisce le cellule del sistema nervoso simpatico. Era stato operato parecchie volte, ma i quintali di chemioterapia non avevano cancellato il sorriso dal suo visino. E neppure il tifo per il Sunderland. Tempo fa i suoi genitori annunciarono che il male, grazie a cure costosissime rimediate in ogni angolo del mondo, stava regredendo, poi nel giugno dello scorso anno la scoperta di una metastasi al polmone. Defoe, ora al Bournemouth ma fino a poche settimane fa al Sunderland, la squadra del cuore di Bradley, era sceso in campo con lui, l’aveva portato per mano e in braccio perfino a Wembley, nel marzo scorso, in occasione di una partita della nazionale inglese.
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“È stato difficile – le parole di Jermain Defoe due giorni fa -. Ho tenuto tutto dentro per molto tempo. Ho cercato di essere forte per me, per la mia famiglia e ovviamente per la famiglia di Bradley, ma davvero non saprei come esprimere ciò che provo. Conoscerlo è stato speciale per me. Lui resterà sempre nel mio cuore. Ricordo ancora quando lo vidi per la prima volta. Corse verso di me con tanta di quella energia che pensai: non può essere lui il bimbo malato. Di lui non avevo ancora nessuna foto, quindi non potevo sapere come fosse fatto. Riusciva a comandare anche gli altri bimbi che come lui erano lì in attesa di entrare in campo mano nella mano con i loro idoli. C’è stato feeling sin dal primo istante in cui l’ho visto.”