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Camera dei deputati concorso 2019, il bando a luglio: 300 nuovi posti di lavoro

10/05/2019 11:35 - Aggiornamento 10/05/2019 11:39

A luglio ci sarà il maxi concorso alla Camera dei Deputati. Come reso noto da Il Tempo, Montecitorio pubblicherà il prossimo luglio il primo dei quattro bandi, che metterà a disposizione un totale di 300 posti di lavoro. I consiglieri parlamentari che saranno selezionati percepiranno uno stipendio iniziale di 65 mila euro nel giro di dieci anni raggiungerà i 146 mila euro.

Camera dei deputati, nuovo concorso: requisiti e info utili

Un’importante opportunità, ma quali sono i requisiti per candidarsi? Per i dettagli è necessario attendere l’estate e la pubblicazione del bando ufficiale, tuttavia per l’assunzione di consiglieri parlamentari sappiamo che «sarà richiesta la laurea quinquennale» e che sono previste «due prove scritte e due orali». Oggetto d’esame, per la parte scritta, saranno diritto, politica economica e la storia d’Italia. La prova orale è volta ad appurare le conoscenze della prima prova, con l’aggiunta di un test linguistico, in cui il candidato dovrà dimostrare la fluidità di una lingua straniera a scelta tra inglese, francese e spagnolo. Come si legge sempre su “Il Tempo”: «Attualmente i consiglieri parlamentari sono 127 e svolgono funzioni di organizzazione e direzione amministrativa, di revisione e controllo delle procedure contabili, di certificazione, di consulenza procedurale, di studio e di ricerca, di assistenza giuridico-legale, di organizzazione e direzione delle attività connesse alle relazioni istituzionali con enti nazionali e internazionali».

Camera dei deputati, nuovo concorso: la retribuzione prevista

La paga, come abbiamo anticipato, è decisamente ottima. Difatti lo stipendio per il primo bando varia dai 65 mila euro lodi all’anno ai 360 mila dopo quarant’anni di servizio. Dopo dieci anni di lavoro la retribuzione sale a 146 mila euro lordi. Come si legge sempre sul quotidiano: «Gli stipendi dei nuovi assunti saranno comunque stabiliti dall’ufficio di presidenza dopo un confronto, aperto già dal presidente Fico, con i sindacati. I compensi attuali, che sono già stati ridotti negli ultimi anni dalla presidenza targata Boldrini, dovrebbero essere ritoccati verso il basso».

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