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Capodoglio spiaggiato, morto con 22 chili di plastica nello stomaco: dopo Ischia la Sardegna, ancora una vittima del mare inquinato

L’inquinamento ambientale non è un pesce d’aprile. Tre giorni fa a Porto Cervo è stato trovato un capodoglio spiaggiato, morto con ben 22 chili di plastica nello stomaco.

capodoglio spiaggiato

L’ennesima vittima dell’inquinamento dei mari e del consumismo dell’uomo. Il capodoglio era una femmina gravida che ha avuto – tragedia nella tragedia – un aborto probabilmente causato dall’ingente quantità di plastica che ha ingerito. Stessa sorte ha avuto il capodoglio morto a Ischia a dicembre 2018: secondo i biologi marini che ne avevano analizzato la carcassa, aveva scambiato dei sacchetti di plastica per dei calamari.

Il capodoglio non è l’unica vittima. Lo stesso giorno sono state salvate dalla Guardia Costiera due tartarughe caretta-caretta. Le tartarughe non riuscivano a galleggiare, probabilmente anche loro avevano ingerito plastica e ami. «Questo è uno degli esemplari che aveva ingerito la quantità maggiore di plastica» afferma Cinzia Centelleghe, componente dell’equipe dell’Università di Padova che sta svolgendo i primi studi sull’ultima vittima dell’inquinamento.

Leggi anche: Capodoglio morto a Ischia, ha scambiato dei sacchetti di plastica per calamari

Il problema della plastica è reale: capodoglio trovato morto con 22 chili di plastica nello stomaco

Il problema della plastica è reale, gli scienziati non stanno facendo allarmismo e ne vediamo le prove anche in zone apparentemente non inquinate. All’interno del capodoglio sono state ritrovate confezioni di detersivi, sacchi neri e diversi piatti usa e getta. Insomma, tutto materiale esclusivamente prodotto dall’uomo nella sua quotidianità.

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? Queste foto che ritraggono un capodoglio spiaggiato sono state scattate due giorni fa a Porto Cervo. L'animale è morto per denutrizione. Ad ucciderlo 22kg di plastica ritrovati nel suo stomaco: piatti di plastica, borse della spesa e un contenitore di detersivo. Davanti allo spiaggiamento di un gigante del mare dovremmo chiederci: cosa stiamo facendo per proteggere questi animali meravigliosi? Nulla! Il santuario Pelagos è solo un "parco di carta" e il mare in cui vivono sempre più inquinato. É ora che l'Italia stabilisca regole di gestione precise per proteggerli! Photo credits: Antonello Azara • • • #plastica #plastic #breakfreefromplastic #capodoglio #portocervo #savetheoceans #savetheplanet

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«Vedere tutto questo materiale nello stomaco di questo animale ci ha lasciati tutti sgomenti – commenta Luca Bittau, biologo della onlus SeaMe – Questa situazione deve rappresentare un monito per quello che noi stiamo facendo a questi animali, al nostro mare e a noi stessi».

Di fronte a queste notizie il nostro pensiero va a Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese. La giovane attivista ha smosso la coscienza comune e ha portato l’attenzione su un problema reale: l’inquinamento ambientale.

Il 15 marzo 2019 è stato il Friday For Future, la giornata mondiale contro il cambiamento climatico. Purtroppo un solo giorno non basta, le morti costanti di questi animali sono una chiara dimostrazione che non possiamo fermarci e dobbiamo cambiare radicalmente le nostri abitudini.

L’Italia è ancora troppo indietro da questo punto di vista, ma sta muovendo dei passi verso il cambiamento. Ad esempio molti locali milanesi hanno aderito al Plastic Free, ovvero hanno detto addio alle plastiche monouso.

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