Case in vendita ad un euro, con il vincolo di accollarsi i costi di ristrutturazione: sembrava una bella iniziativa per contrastare l’abbandono dei borghi di Salemi, Carrera Ligure e Gangi, invece si è rivelata un flop in due comuni su tre.
È Il Venerdì di Repubblica a far luce sulle motivazioni che hanno fatto fallire un’idea all’apparenza molto appetibile.
A Carrega Ligure, in provincia di Alessandria, il sindaco Guido Gozzano spiega che delle quattrocento case disabitate per il momento non è stata ceduta ad un euro nemmeno una; delle quattromila richieste presentate ce ne sono di interessanti un centinaio, anche se ancora non si è conclusa nessuna compravendita. Ma come mai si è arrivati a questa situazione di stallo? In passato gli immobili abbandonati sono finiti in eredità a figli e nipoti incapaci di raggiungere un accordo, anche per colpa del Demanio, che ha rallentato ulteriormente le operazioni.
A Salemi, nei pressi di Trapani, il Comune ha reso noto che l’operazione “case a un euro” non è continuata. Dunque, insuccesso ovunque? Non proprio. La palermitana Gangi, che vanta di essere uno dei duecento borghi d’Italia più belli, è l’unica ad aver beneficiato dell’iniziativa: a seguito di efficaci operazioni di riqualificazione urbana che hanno portato alla messa in piedi di quattro musei e alla sostituzione dell’asfalto con la pietra, il Comune è riuscito a restituire al territorio le sue potenzialità. Su 350 immobili, sono ben 80 ad esser stati rivenduti ad una cifra simbolica. E ora le richieste arrivano anche dalla Cina e dal mondo arabo.
Al bando, quindi, lungaggini burocratiche, mancanza di servizi e di investimenti: i problemi che ancora troppo spesso affliggono il paese. Rendendo difficile persino l’acquisto di una casa a un euro.