Novità sul caso relativo alla morte di Elena Ceste, che ha visto condannato in primo grado a 30 anni di carcere il marito nonché padre dei suoi 4 figli, Michele Buoninconti. Esiste infatti la concreta possibilità che, in vista del processo d’Appello a carico del vigile del fuoco 45enne che inizierà a giorni, il giudice disponga nuovi accertamenti autoptici sui pochi resti del cadavere della 37enne, trovati del tutto casualmente nella fanghiglia del rio Mersa, poco distante dalla sua abitazione, il 18 ottobre 2014.
La richiesta è stata avanzata dai legali di Buoninconti, che vogliono vederci chiaro sulla estesa lesione trovata sull’osso coccige della donna, una importante frattura che l’autopsia non avrebbe chiarito da cosa fu causata. Elena se l’è procurata cadendo nel canale, come ipotizza la difesa di Buoninconti negando dunque l’omicidio a favore della pista della morte accidentale, o gliel’ha provocata il marito nella fase dell’occultamento del suo corpo? Oppure, ancora, la gru utilizzata per la bonifica del rio Mersa che permise il ritrovamento casuale dei suoi resti scavando nella terra del canalone? Questi gli interrogativi cui i magistrati del processo d’Appello dovrebbero dare una risposta.
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Per niente favorevole alla riesumazione della salma e a una nuova autopsia, il papà di Elena Ceste, che intervistato da un’invitata di Pomeriggio 5 ha dichiarato in merito: “Tra poco comincerà l’appello e spero venga fuori la verità, lo meritano i bambini” – queste le parole di Franco Ceste – “Una nuova autopsia? Sono tutte scuse, hanno avuto tutto il tempo per fare gli esami necessari. Ancora non mi sembra vero che Elena non ci sia più: continuo ad aspettarla da due anni”. L’uomo si è poi detto convinto che Michele Buoninconti non confesserà mai il delitto: “Chi è colpevole non ha mai la forza di dire ‘Sì, sono stato io’ …”.