Il piccolo Giovannino è nato lo scorso agosto da una fecondazione assistita. Alla nascita, però, i genitori e i medici hanno scoperto che era affetto da Ittiosi Arlecchino, una malattia molto rara della pelle. La sconcertante notizia ha portato i genitori a non riconoscere il figlio, e abbandonarlo all’Ospedale Sant’Anna di Torino. Nonostante il tutto sia successo quattro mesi fa, una bufera mediatica in questi giorni ha travolto l’ospedale, i genitori e i medici che si sono occupati della vicenda.
#IttiosiArlecchino All’Ospedale Sant’Anna di Torino la riservatezza è stata mantenuta per mesi, ma ora, che la notizia è…
Pubblicato da Silvio Viale su Mercoledì 6 novembre 2019
Il commento del dottor Silvio Vitale
A riguardo si è espresso il dottor Silvio Vitale, ginecologo dell’ospedale Sant’Anna di Torino e militante politico. Con un passato nei Verdi e nei Radicali italiani, infatti, è l’ex presidente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e attualmente è il dirigente dell’Associazione Gianluca Coscioni. Il dottor Vitale, che combatte per il diritto all’aborto, è noto anche per il suo impegno a favore dell’utilizzo della Ru486, la pillola abortiva. Dopo il caso Giovannino, ha espresso la sua opinione con un post sulla sua pagina Facebook che ha fatto inalberare molti utenti, creando un vero e proprio scompiglio mediatico.
Come ha spiegato in un’intervista rilasciata a Open, il dottore afferma di comprendere perfettamente la scelta dei genitori. Nel post si legge: “Non dobbiamo essere eroi, ma rimanere pietosi nelle avversità, senza l’arroganza di ergersi a giudici di quello che pensiamo non saremo mai”, e a proposito Vitale ha commentato: “Anche io avrei fatto lo stesso. Chiunque lo avrebbe fatto. Non prendiamoci in giro, per favore”. Questo perché la malattia di cui è affetto Giovannino prevede “costi inimmaginabili, parliamo di migliaia di euro e terapie continue. Sarò molto franco e crudele: non è come avere la sindrome di down, qui si parla di una malattia per cui esistono basse possibilità di sopravvivenza. E chi sopravvive è sottoposto a cicli ininterrotti di controlli, interventi, e chissà che altro. Non è uno scherzo”. E non era possibile diagnosticarla per tempo, quindi la decisione dei genitori è stata doppiamente dolorosa: “deve essere un dolore immenso per una coppia che si era già dannata per la gravidanza e ora si danna per l’epilogo della storia, grazie anche a questi quattro galli del pollaio del web”.
Il dottor Vitale infatti ritiene vergognoso quanto stia accadendo in rete: “La giudico una cosa penosa, mi dispiace dirlo. E’ troppo facile sorridere, fare i pietosi e mostrare magnanimità a parole, facendo telefonate a vuoto. Il punto è che nessuno si è preso la briga di capirci qualcosa, nessuno sa a cosa sta andando incontro e nessuno ha voluto, per ora, sapere nulla di Giovannino”. Allo scadere dei sei mesi di vita, però, l’Ospedale non potrà più occuparsi di Giovannino e secondo il dottor Vitale è proprio per questo che si è creata una bufera tale: la necessità di capire a chi verrà affidato il bambino.
Il caso Giovannino
Giovannino non è mai uscito dall’ospedale. E’ stato subito abbandonato dai suoi genitori, due persone che non si sono sentite pronte ad affrontare una diagnosi rara e grave, che non garantisce un’aspettativa di vita degna, che prevede cure, interventi, soccorsi continui e dispendiosi. La Ittiosi Arlecchino infatti è una malattia che fa crescere la pelle più velocemente del normale, obbligando chi ne è affetto a stare lontano dalla luce del sole, comportando gravi difficoltà respiratorie e deformità facciali. I genitori si sono tirati indietro, e hanno scelto di lasciare il piccolo Giovannino nelle mani dei medici e degli infermieri dell’ospedale Sant’Anna. Quando però la notizia, a mesi di distanza, è trapelata, sul web si è creata un’onda di indignazione generale. Subito si è scaturita una vera e propria gara di solidarietà: stando a quanto dichiarato dal primario di ostetricia e ginecologia dell’ospedale torinese Daniele Farina, sono giunte email e telefonate da tutta Italia per adottare il piccolo Giovannino, compresa la Piccola Casa della Divina Provvidenza, anche nota come Cottolengo. Ovviamente la decisione spetterà Tribunale dei Minori di Torino, che di certo non potrà che affidare il piccolo a una struttura specializzata. Per questo motivo non si dovrebbero giudicare i genitori, come ha spiegato il dottor Daniele Farina al Corriere: “La loro è stata una scelta molto sofferta, dettata forse anche dalla paura delle spese da affrontare. Probabilmente hanno avuto paura di non riuscire a gestirlo, di non poter fare fronte alle spese economiche. Però gli hanno donato la vita, ora noi gli troveremo una famiglia”.