In questi giorni è allarme nell’industria farmaceutica. La sostanza N-nitrosodimetilammina ha spinto qualche giorno l’Agenzia italiana del farmaco a ritirare alcuni lotti di farmaci contenenti il principio attivo ranitidina. Il motivo è la presenza in alcuni di questi medicinali di un’impurità, la n-nitrosodimetilammina, classificata come “probabilmente cancerogena per l’uomo”. In contemporanea a questo allarme attraverso i social gira una fake news con una lista sbagliata dei farmaci coinvolti.
Caso randitidina: fake news
In un momento di grande allerta i social possono trarre facilmente in inganno. Girano diverse fake news con liste di farmaci vietati, che non hanno però nulla a che fare con quelli a base di ranitidina contenuti nel lungo elenco dell’Aifa. A lanciare l’allarme è la stessa agenzia, che ha appena diffuso un comunicato per invitare i cittadini a diffidarne. “L’Agenzia italiana del farmaco informa che nelle ultime ore sui social network si stanno diffondendo liste di farmaci che nulla hanno a che vedere con quelli oggetto dei provvedimenti restrittivi disposti nei giorni scorsi che riguardano esclusivamente farmaci contenenti ranitidina”. L’Aifa, quindi, raccomanda di consultare esclusivamente le informazioni pubblicate sul suo sito. “Ogni altro elenco difforme da quelli su indicati non è da considerarsi attendibile”, conclude.
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I farmaci coinvolti
La sostanza nociva potrebbe trovarsi nei farmaci a base di ranitidina come Buscopan antiacido, Ranitidina, Ranidil e Zantac. Ricordiamo che la ranitidina è un inibitore della secrezione acida utilizzato nel trattamento dell’ulcera, del reflusso gastroesofageo, del bruciore di stomaco e di altre condizioni associate a ipersecrezione acida. E’ possibile quindi trovare la sostanza in tutti quei prodotti necessari ai bruciori di stomaco. Consigliamo comunque di consultare il sito dell’AIFA con tutto l’elenco dei farmaci vietati. Al momento si sta lavorando per determinare il grado di contaminazione. Chi fosse sotto cura con un medicinale a base di ranitidina non deve sospenderlo, ma consultare il medico il prima possibile, per concordare una terapia alternativa.