Sono state depositate le motivazioni della sentenza di proscioglimento di Antonio Logli, accusato di omicidio volontario e distruzione del cadavere della moglie, Roberta Ragusa. Secondo il giudice del Tribunale di Pisa mancherebbe la prova certa del fatto che la donna sia stata uccisa (il suo corpo non è mai stato ritrovato) e che si possa escludere oltre ogni ragionevole dubbio il suo allontanamento volontario da casa. Per questo il sospettato numero uno, il marito Antonio, il 6 marzo scorso non è stato rinviato a giudizio; la sentenza parla chiaro: non luogo a procedere.
“Insussistenza dei fatti contestati” – sono queste le parole usate dal giudice Giuseppe Laghezza per motivare la sua decisione – “apparendo gli elementi acquisiti agli atti insufficienti, contraddittori o comunque inidonei a sostenere l’accusa in giudizio e nel contempo non impinguibili mediante l’istruttoria dibattimentale”.
Dichiarazioni deboli e in parte contraddittorie quelle dei super testimoni dell’inchiesta Loris Gozi, la moglie Anita Gombi, Silvana Piampiani e Filippo Campisi, giudicate da Laghezza “palesemente deficitarie” e “insufficienti a integrare la prova” di una presunta lite tra marito e moglie da cui sarebbe scaturito l’omicidio della donna.