Ivano Russo è a conoscenza di particolari mai rivelati sull’omicidio di Sarah Scazzi? È quello che pensano gli inquirenti impegnati nell’inchiesta Scazzi bis, che entro gennaio dovranno decidere se rinviare a giudizio Ivano, Michele Misseri (accusato di autocalunnia) e altri 10 indagati per falsa testimonianza al pm.
Il “bello di Avetrana”, conteso tra Sabrina Misseri e la giovane vittima, strangolata il 26 agosto 2010 in casa degli zii per mano della cugina Sabrina e della madre (le due donne sono state condannate all’ergastolo in primo e secondo grado), ha sempre detto di non essere mai uscito di casa il pomeriggio in cui Sarah fu uccisa, ma un testimone riferisce di averlo visto in auto proprio in prossimità della villetta di via Deledda dei Misseri, in una fascia oraria compatibile con la presunta furibonda lite tra cugine culminata nell’omicidio della povera Sarah.
LEGGI ANCHE: Caso Sarah Scazzi, news a Quarto Grado: 8 menzogne attribuite a Ivano Russo
Ivano Russo potrebbe aver taciuto informazioni di grande rilevanza sul litigio tra le ragazze, elementi che agli inquirenti sarebbero serviti durante le indagini per completare il quadro probatorio a carico delle imputate. Russo avrebbe inoltre indottrinato la madre, prima che venisse interrogata, su cosa dire e non dire agli inquirenti (a inchiodarlo le intercettazioni). La donna però si sarebbe contraddetta, sostenendo che il cellulare del figlio “continuava a squillare in casa per tutto il pomeriggio” (quello del giorno del delitto ndr), mentre il figlio Ivano ha sempre sostenuto di averlo dimenticato in macchina, e di avere appreso della scomparsa di Sarah solo alle 17, una volta svegliatosi dalla pennichella pomeridiana e recuperato il cellulare.
Ieri Ivano Russo, intercettato dai microfoni di Pomeriggio 5 fuori dal tribunale di Taranto, ha continuato a sostenere la sua estraneità ai fatti, smentendo le parole del testimone che lo inchioda: “Mi aspetto il proscioglimento. C’è una pressione nei miei confronti che non mi spiego, oserei dire quasi un accanimento contro di me … ho sempre detto le stesse cose sia durante le indagini che al processo. Quel testimone parla di una macchina che dalla descrizione si evince che non è la mia”.