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Caso Yara, Bossetti Cassazione: colpo di scena il 12 ottobre? Difesa all’attacco

27/09/2018 13:44

Omicidio Yara Gambirasio, Massimo Bossetti Cassazione news: c’è attesa per 12 ottobre prossimo, data dell’udienza in Corte di Cassazione per discutere in merito al ricorso presentato dai difensori del carpentiere bergamasco contro le due sentenze che lo hanno condannato all’ergastolo per il delitto della 13enne di Brembate, avvenuto la sera del 26 novembre 2010. Le obiezioni sollevate dalla difesa nel ricorso sono le medesime già dibattute nei due processi di primo e secondo grado, la Procura di Bergamo, quella generale di Brescia in secondo grado, e tutti i giudici, hanno però sempre ritenuto irrilevanti le osservazioni avanzate dagli avvocati Salvagni e Camporini.

Ieri 26 settembre uno dei legali di Bossetti, Claudio Salvagni, ha depositato i “motivi aggiunti” al ricorso, che consta di quasi 600 pagine, ulteriore integrazione documentale prima dell’udienza del 12. Ciò che la difesa di Bossetti contesta fermamente, ormai è noto, è la procedura adottata dagli inquirenti all’epoca delle indagini, il modo in cui giunsero alla identificazione di Ignoto 1 con il muratore di Mapello, e dunque alla sua incriminazione ed arresto,avvenuto il 16 giugno 2014. Da allora Bossetti è in carcere e si professa innocente. “Quel Dna non è il suo”, ribadiscono i suoi difensori, convinti che se la Cassazione concederà loro la tanto anelata ‘super perizia sul Dna’, che la Corte d’appello di Brescia negò nel processo di secondo grado, l’esito dell’accertamento dimostrerà che c’è stato un errore procedurale, sconfessando dunque il lavoro dei Ris.

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“È andata così perché finora questo è stato un processo all’indagine genetica più importante della storia d’Italia, che la pubblica accusa vuole difendere a ogni costo. Non è stato un processo a Massimo Bossetti, questo è il problema” – così Salvagni al Corriere.it – “Ho sempre sostenuto che questo era un caso squisitamente da Corte di Cassazione, dove i giudici sono tutti togati. Nel ricorso insistiamo su macroscopiche violazioni procedurali, che però sono anche sostanza. Da quando Bossetti è stato indagato tutti i giudici, tutti, hanno negato una nuova perizia sul Dna, nonostante i consulenti dell’accusa sia del San Raffaele sia dell’Università di Pavia abbiano affermato che c’è materiale su cui procedere a nuove analisi. Inoltre il dato finale, secondo noi, è stato ottenuto senza il rispetto dei protocolli previsti dalla comunità scientifica internazionale, ad esempio con l’utilizzo di kit scaduti per il Dna. Senza dimenticare che l’accusa afferma di aver trovato la componente nucleare del Dna, ma non quella mitocondriale”.

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