Massimo Bossetti resterà in carcere. La Corte d’Assise si è infatti pronunciata – respingendola – sulla richiesta di scarcerazione fatta ieri a sorpresa da Claudio Salvagni, uno dei legali difensori del carpentiere bergamasco accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio.
Gli otto giudici della Corte d’Assise di Bergamo, che presiedono il processo di cui Bossetti è l’unico imputato, dopo la presentazione della istanza in cui si chiedeva il trasferimento agli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico per il muratore, ieri pomeriggio si sono riuniti per decidere in merito, e poco fa, dopo le 11.30, hanno reso nota la loro decisione finale.
Questa è la nona volta (le ultime due a processo avviato) che Massimo Bossetti, arrestato il 16 giugno 2014, si vede respingere la richiesta di scarcerazione. La prima volta fu per decisione del gip, Ezia Maccora, dopo l’interrogatorio di convalida del fermo. Poi la custodia cautelare in carcere fu confermata per altre sette volte da Riesame, Cassazione e Corte d’Assise che, oltre alla istanza di ieri, rigettò anche quella presentata dalla difesa del carpentiere nel luglio scorso, per il presunto tentato suicidio in cella dell’indagato.