Circa 70 anni fa, il 16 Dicembre 1946 , Christian Dior, che solo pochi anni prima aveva cominciato a lavorare nella casa di moda di Lucien Lelong, dove, insieme a Pierre Balmain, diventò il principale stilista, aprì il suo primo atelier a Parigi. Dior passando in avenue Montaigne , vide il piccolo “hôtel particulier”, sito al numero 30, e se ne innamorò all’istante, tanto da decidere che proprio lì avrebbe aperto la sua Maison di moda. Pensò infatti che fosse perfetto per il suo progetto: «costruzione molto piccola, molto chiusa», «modestamente all’altezza dell’ambizioso sogno», ed era anche in prossimità di un grand hotel, alla cui clientela straniera lo stilista pensava per i suoi modelli. Dior infatti riuscì in pochi anni, nell’impresa di rivoluzionare la moda degli anni quaranta, introducendo uno stile e un’idea di femminilità completamente nuovi. La donna di Dior, aveva, spalle arrotondate rispetto a quelle imbottite precedentemente in uso, e la gonna lunga a forma di corolla col vitino di vespa ottenuta con un leggero bustino, la celebre guepière.
Così come era convinto delle sue idee rivoluzionarie di moda, era anche convinto che il numero 30 dell’avenue Montagne sarebbe stato il luogo perfetto in cui realizzare i suoi sogni. La sua convinzione era tale che nessuno osò contraddirlo. Così, il 16 dicembre 1946, verso le 9, lo stilista inaugurò il suo hôtel particulier, nonostante i lavori di ristrutturazione fossero ancora in corso. Questi ultimi, durarono fino alla mattina stessa della presentazione della sua prima collezione. Progressivamente, l’edificio, che all’inizio era composto di qualche stanza, qualche salone e alcune dependance, venne trasformato in stile neo-Luigi XVI, uno stile che Dior amava particolarmente. Largo, dunque, a pareti in legno decorato bianco, specchi dorati, lampadari di cristallo, pannelli in grigio trianon, mobili laccati bianchi, porte a vetri smussati, applique di bronzo con piccole abat-jour, medaglioni in stile Luigi XVI, sedie in vimini, tappezzeria e fiori attentamente scelti. Dior stesso lo definì “uno scrigno, caldo ed elegante per non distogliere lo sguardo dalla collezione”.
Solo sette anni dopo, il “modesto hôtel particulier”, si era già trasformato nella grande e famosa Maison Dior, occupando ben cinque immobili, con ventotto atelier, dove, oggi, lavorano più di mille persone, contro le 85 che costituivano il team iniziale. I saloni e gli atelier erano affiancati da servizi sociali, compresa una sala relax per le modelle, e anche un luogo di ritrovo per tutti i dipendenti, dove ciascuno pagava secondo il proprio livello salariale. E quel luogo dove la storia Dior ha avuto inizio, divenne l’antro della moda, il punto di riferimento del buon gusto nel mondo. Oggi il numero 30 dell’avenue Montaigne è ancora il cuore pulsante di Dior e, come tale, continua ad ispirare i creatori della Maison.
Foto: Dior.com