Coco Chanel, all’anagrafe Gabrielle Chanel, nata a Saumur nella Loira francese 135 anni fa (il 19 agosto 1883) è una delle icone del Novecento, signora indiscussa della moda, una delle stiliste più celebrate di tutti i tempi. Una carriera incredibile la sua, una vita fatta di eccessi e azzardi, un’esistenza destinata alla ricerca di uno stile che fosse riconoscibile ovunque. Perché come recita una delle frasi più famose di Coco: «l’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare». Tra le sue clienti più fedeli Marlene Dietrich, Gloria Swanson e Greta Garbo. Innumerevoli gli amanti e i flirt amorosi. Scopriamo insieme cinque curiosità su Coco Chanel, la donna che ha rivoluzionato la storia della moda.
Il nomignolo di «Coco» che le calzava a pennello
Partiamo dal suo nomignolo, l’appellativo con cui la chiamavano gli amici più cari, ma anche i suoi clienti. Coco deriverebbe da una canzone cantata da Chanel stessa al Caffè Concerto La Rotonde: «Qui qua vu Coco». Da quell’esibizione il suo futuro amante Etienne Balsan prende in prestito il dolce suono di «Coco» del titolo e la chiamerà teneramente così sempre. Per noi oggi è naturalmente un marchio, un’icona di stile.
Dall’ossessione per il nero all’eleganza del tailleur
Coco Chanel trascorre i primi anni di vita in un orfanotrofio. Dopo la morte della madre la piccola finisce infatti in un istituto assieme alla sorella. Quegli anni la segneranno profondamente e avranno ripercussioni nel suo modo di fare moda: Chanel amava il nero e il bianco, i cosiddetti non colori. Altro segno distintivo della sua genialità il tailleur, ideato nel 1919. Costituito da una giacca maschile e da una gonna dritta o pantalone (allora riservato ai soli uomini) veniva venduto nella variante di nero, bianco, blu, grigio e beige. Il primo tailleur in tweed viene realizzato invece nel 1954, dopo alcuni viaggi di Chanel a Londra.
La prima donna a indossare un capo unisex e a valorizzare l’abbronzatura
Anticonformista, Coco Chanel era dichiaratamente bisessuale. Stravagante, sempre sopra le righe, Chanel non amava gli schemi. Nel 1918 indossa a trentacinque anni un capo unisex suscitando un immediato clamore. Era la prima volta infatti che una donna sceglieva come abito un capo unisex. Si trattava di un pigiama bianco di seta. Certo oggi non si scandalizzerebbe nessuno, ma nei primissimi anni del Novecento questa sarà soltanto la prima di tante battaglie femministe. Altro primato di Coco Chanel l’abbronzatura. Fino agli anni ’20 le donne si riparavano dal sole con ombrellini e cappelli di tutte le dimensioni, proprio perchè la pelle bianca era un tratto di regalità e purezza. Chanel in vacanza a Juan-Le-Pins se ne infischia, prende il sole. Quel colorito dorato colpisce il pubblico. Così la tintarella diventata la tendenza dell’estate.
Chanel una spia nazista?
Se ne è parlato a lungo. Durante l’occupazione nazista tedesca Coco Chanel avrebbe collaborato con i nazisti. Avrebbe, secondo alcune fonti, fatto parte dell’Abwehr, il servizio segreto che faceva capo ad Adolf Hitler. A spingerla ad entrare nel gruppo sarebbe stato il suo amante di allora Walter Schellenberg, un giovanissimo capo delle SS tedesche.
Perchè il profumo si chiama Chanel n.5?
Le donne che lo usano probabilmente lo sapranno già. Il nome del noto profumo indossato da Marilyn Monroe – sua la celebre frase «Vado a letto con due sole gocce di Chanel N.5» che suona come uno slogan pubblicitario di non poco conto – deriva dalla quinta essenza che Ernest Beaux sottopose a Coco Chanel, che era alla ricerca di una fragranza particolare per le sue clienti di classe. Un nome semplice, ma ciò non deve stupire. Coco Chanel è difatti soprannominata la «regina della povertà di lusso».