I Serpari di Cocullo, come ogni anno, hanno replicato l’antico rito pagano e religioso, di un fascino senza tempo, in cui si mescolano credenze ancestrali e atti di fede. La tradizionale processione negli anni precedenti si svolgeva la prima domenica di maggio, da due anni, i cocullesi l’hanno spostata al primo giorno di maggio. Questo cambiamento non ha però, inciso minimamente sulla buona riuscita delle celebrazioni in onore di San Domenico Abate. Dalle altre città della Regione, dalla Campania e dal Lazio sono arrivati nel piccolo centro e in 20 mila hanno assistito alla festa.
La statua di San Domenico Abate è stata portata in processione coperta da cervoni, biacchi e saettoni vivi, serpenti catturati nei giorni precedenti dai serpari di Cocullo. La tradizione attribuisce a San Domenico il potere taumaturgico contro il morso dei serpenti e dei lupi. La protezione del Santo è invocata dai fedeli facendo suonare coi denti una campanella posta all’interno della chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Durante la giornata si sono celebrate diverse messe a cui i fedeli hanno preso parte con devota partecipazione. La giornata si è conclusa con il bacio della reliquia del Santo Patrono: il molare che frate Domenico donò a Cocullo, dove sostò intorno all’anno Mille.