La sharing economy letteralmente punta a condividere beni, servizi, spazi e attività, naturalmente attraverso la rete. Auto condivise, lavatrici condominiali e social street, il tutto per risparmiare energia, tempo e sopra ogni cosa denaro. Sharing significa condivisione, ma altri termini ci vengono in aiuto per ritrovarci meno pressati dalla mancanza di soldi. Bartring, cioè scambio di oggetti tra privati o imprese, ovvero un ritorno al baratto. Esiste anche crowdsourcing e crowdfunding, cioè raccolte pubbliche di soldi dirette al finanziamento di un progetto e il marketing. Inoltre abbiamo coworking, cioè il condividere un ambiente di lavoro.
A Roma il 1 dicembre l’organizzazione Collaboriamo.org organizza una convention per analizzare la situazione dalla Sharing economy in Italia. Già nel 2013 si era evidenziato che gli italiani almeno una volta hanno aderito all’economia collaborativa. Dal 2011 ad oggi, traporti ed energie le voci triplicate. Vediamo quali sono i beni che è possibile condividere abbattendo le spese.
Auto e bici. I beni in comune più diffusi sono le automobili: le si trovano parcheggiate in un punti della città segnalati attraverso un app con lo smartphone. Si aprono grazie ad un codice e la chiave per partire è dentro. Al car sharing si affianca il car pooling: condivisione della propria macchina per dividere le spese di viaggio. Ovviamente tutto online per far conoscere la propria disponibilità. In molte città troviamo il bike sharing, cioè la possibilità di utilizzare biciclette pubbliche.
Strade. Con l’obiettivo di socializzare almeno tra vicini di casa anche al fine di scambiare professionalità e conoscenze oltre che risolvere problematiche comuni è nato il sito Social Street Italia, dall’idea di via Fondazza a Bologna nel settembre 2013.
Condominio. Nei condomini ci sono beni che possono essere messi nella disponibilità di tutti anziché essere installati in ogni appartamento, ad esempio l’impianto wi-fi o le lavatrici comuni.
Appartamenti. Ci sono siti come Airbnb che offre case in affitto o aanche il solo divano si chiama couch surfing.
Vestiti. Si possono scambiare i vestiti che non si usano più ed è una festa si chiama Swap party.
Tempo. Cosa meglio del tempo si può condividere cercando persone che hanno in comune le stesse passioni, con Fubles ad esempio ci si può iscrivere a partite di calcio in tutta Italia.
Oggetti. Se si ha bisogno di alcuni attrezzi per alcuni giorni all’anno, si può scegliere di prenderli a noleggio da un privato che magari abita nelle vicinanze, in questo caso ci aiuta Locloc.
Cibo. L’ultimo traguardo dell’economia sociale consiste nella condivisione del cibo. Sulla piattaforma S-Cambia Cibo si postano le foto del cibo messo a disposizione per scambiarlo con altri utenti. App come Ratatouille e Bring the Food, rappresentano siti già ben collaudati all’estero