Oggi è il grande giorno di Matteo Salvini. Si apre infatti il congresso della Lega che sancirà definitivamente il suo ruolo di “uomo solo al comando” del movimento che fu “padano” e “nordista”, fondato da quel Umberto Bossi oggi nel dimenticatoio dopo i numerosi guai personali e giudiziari. La Lega è di fatto già un partito che vive attorno al suo astro, il “Capitano” capace di portarne i consensi oltre il 30% e di far dimenticare la matrice nordista da cui nacque. Ma l’assise di oggi è altrettanto importante perché cercherà di risolvere anche gli innumerevoli guai del partito, a partire da quelli economici con quei 49 milioni di debito ereditati dalla vecchia gestione.
Congresso Lega oggi: cosa succederà
La notizia principale non è tanto quella dell’uomo solo al comando, certificata dai fatti politici degli ultimi tre anni. Il congresso della Lega di oggi servirà al partito per lasciarsi alle spalle, almeno così spera Salvini, la pesante eredità debitoria del passato. Quei 49 milioni di rimborsi elettorali distratti dalle casse del partito che sono ancora oggetto di indagini giudiziarie. La vecchia Lega Nord diventa una “bad company” in cui confluiscono il maxi debito e le questioni legali relative al risarcimento rateale “patteggiato” con lo Stato, con rate per 75 anni (sic!). Inoltre, la nuova Lega per gli aspetti finanziari dovrebbe, nel progetto del “Capitano”, affrancarsi dalla gestione verticistica del passato. Viene infatti conferita autonomia finanziaria ai partiti regionali, tenendo così al riparo la segreteria nazionale, Salvini, da guai simili a quelli che ne hanno segnato la storia recente.
Il tutto è stato deciso dal capo supremo. Difficile poter contestare qualcosa o presentare mozioni di modifica all’iniziativa congressuale del segretario. Il regolamento, scritto da Roberto Calderoli, prevedeva per la presentazione di mozioni la firma di almeno 150 delegati del congresso. Le stesse mozioni dovevano essere depositate entro giovedì 19 dicembre 2019. Insomma, requisiti molto stretti che hanno di fatto spazzato via qualsiasi possibilità di dibattito interno. Suonano così come un’aperta contestazione a Matteo Salvini le parole di un altro ex leader di peso, Roberto Maroni. «Da domani – ha dichiarato l’ex governatore lombardo a Malpensa24 – ci saranno due partiti: uno che corre, l’altro nel congelatore. Di fatto, il nuovo partito, quello di Salvini premier, sarà l’unico legittimato a operare sul versante politico». Il predecessore di Salvini ha però confermato la sua presenza al congresso, «anche se non è prevista discussione politica».
Che cosa c’è nel futuro della Lega
Quello che interessa di più oggi è però il futuro politico della Lega. Matteo Salvini, dopo la fine del primo governo Conte, ha dapprima cavalcato l’onda di indignazione per la “manovra di palazzo” con la consolidata tecnica del vittimismo. Poi ha cercato di ridisegnare il ruolo di opposizione per la Lega. Ci è però riuscito solo in parte, considerato che molte scelte di programma del Conte bis sono comunque eredità della precedente compagine Lega-M5S. Ora, in attesa dell’importante appuntamento con le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, Salvini e con lui la Lega stanno perdendo slancio. Pesano le ombre giudiziarie note ma soprattutto le altre tegole in arrivo. Quella più pesante potrebbe giungere dal caso Gregoretti, come ben spiegato dal quotidiano online Next solo qualche giorno fa. “Per Salvini, una eventuale condanna in primo grado non vorrebbe dire essere incandidabile, ma prevederebbe la sospensione in caso di elezione”. Un colpo di non poco conto per le ambizioni del “Capitano” che dà per certe trionfali elezioni politiche anticipate in primavera.