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Coppia: tenersi per mano riduce il dolore, i risultati in uno studio scientifico

24/06/2017 12:17

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università del Colorado, una forte empatia e un continuo contatto con il partner sarebbero in grado di modificare alcune funzioni fisiologiche della coppia. Nello specifico, andrebbe a modificarsi la percezione del dolore e alcune funzioni base come il ritmo cardiaco e la respirazione. Questa scoperta potrebbe aprire nuove strade nella ricerca di terapie contro il dolore senza l’ausilio dei medicinali.

Quello che succede alle coppie di innamorati è una prassi, sincronizzano movimenti, scelte, gesti, molti tratti del loro carattere iniziano ad assomigliarsi, entrano dunque in una sincronizzazione interpersonale, un fenomeno in grado di coordinare le funzioni fisiologiche: il ritmo cardiaco diventa più simile, viene modulata la respirazione e la percezione del dolore diminuisce. Questo fenomeno capita spesso in natura: dalle battute di caccia dei predatori al modo che le lucciole hanno di comunicare.

Il team di ricerca, coordinato dal dottor Pavel Goldstein, ha condotto uno studio su 22 coppie di età compresa tra i 23 e i 32 anni. A queste persone sono state monitorate ritmo cardiaco e respirazione in sei situazioni diverse. Una prima parte dell’esperimento prevedeva che i due partner si trovassero nella stessa stanza e potessero toccarsi, nella seconda parte il contatto fisico era vietato, mentre nella terza parte la coppia si trovava in stanze separate. La sperimentazione è stata ripetuta nelle tre medesime condizioni, ma facendo provare alle ragazze un lieve dolore al braccio.

Dai dati è emerso come la percezione del dolore diminuisse in presenza del compagno e si riducesse ancora di più se i due poteva entrare in contatto. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Scientific Reports. Come hanno spiegato gli autori dello studio: “I nostri risultati confermano che il contatto tra partner è associato ad un aumento dell’accoppiamento respiratorio e del ritmo cardiaco, sia in condizioni di dolore che di non-dolore”.