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Corinaldo morti in discoteca prime ipotesi: oltre al minorenne, 7 indagati

11/12/2018 10:35 - Aggiornamento 11/12/2018 11:10

Proseguono le indagini sulla tragedia di Corinaldo. Le forze dell’ordine, che stanno cercando di ricostruire quanto accaduto nel locale la Lanterna Azzurra, raccomandano massima prudenza. Il 17enne di origine sudamericana, accusato di aver spruzzato spray al peperoncino in discoteca nega tutto. Il ragazzo nega addirittura di essere stato lì, mentre nel locale si consumava la tragedia e racconta di aver passato la serata con la fidanzata. Stando alle sue parole il giovane avrebbe trascorso la notte in un residence di Senigallia, dove i carabinieri l’hanno trovato assieme ad un’altra coppia e a due etti di cocaina.

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La coppia fermata sarebbe composta da un 27enne, originario di Fano, e dalla fidanzata che lavora come cameriera. In quel momento non erano in compagnia del minorenne, indagato per omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e colpose, che secondo alcuni testimoni sarebbe stato la causa scatenante dell’incidente. Spuntano le prime ipotesi, secondo quella più plausibile, il diciassettenne farebbe parte di una specie di «banda» specializzata in rapine ai danni di coetanei nei locali. Lo spray urticante sarebbe stato utilizzato proprio per destabilizzare le persone, così da rendere più agevole la fuga. Restano soltanto delle ipotesi, le indagini sono ancora in corso. A difendere il 17enne la nonna, che ha riferito: «Grazie a Dio non era in discoteca quella sera, non c’entra nulla. È stato con la sua ragazza tutta la notte! Alcuni ragazzi dicono che è stato lui? Non è vero, lo sanno anche loro che non era lì. La droga? Era delle altre persone, lui non c’entra. Non sono preoccupata!».

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Oltre al minorenne, sono 7 le persone indagate dagli inquirenti nell’inchiesta per la morte delle sei persone a la Lanterna azzurra di Corinaldo. Secondo quanto riportato dai pm si tratterebbe dei tre titolari della società che gestisce la discoteca e dei quattro proprietari dell’immobile. Nel frattempo migliorano le condizioni dei 7 pazienti in codice rosso, che sarebbero stati estubati e che sono tornati dunque a respirano naturalmente. Tuttavia, per tre di loro le condizioni, seppur stabili, sono ancora serie. La prognosi per tutti resta riservata. Purtroppo, soltanto il tempo potrà dire quali danni hanno subito i ragazzi coinvolti, che sono state vittime per un periodo più o meno prolungato di asfissia.

Intanto Shablo, il manager di Sfera Ebbasta, ha espresso il cordoglio del cantante e il dispiacere di questi per quanto accaduto: «Siamo vicini alle famiglie e ci auguriamo in tutti i modi che sia fatta subito chiarezza su questa tragedia che ha sconvolto l’Italia e noi tutti. È indispensabile che le dinamiche siano chiarite al più presto e accertate le responsabilità!».