Nata in Cina e in India nel 5000 a.C., la riflessologia plantare è una tecnica di massaggio che mira a ristabilire l’equilibrio dell’organismo attraverso la stimolazione di specifiche zone del piede. A fondamento c’è la convinzione che determinati punti del piede, detti punti riflessi, abbiano una corrispondenza con gli organi e gli apparati del corpo umano.
Ed è sulla base di questa teoria che il dottor William Fitzgerald, medico statunitense fondatore della terapia a zone e ritenuto il padre della riflessologia moderna, è riuscito a tracciare le prime mappe di riflessologia. Gli studi di Fitzgerald, fondati sulla ricerca visiva e su quella tattile, hanno condotto alla tecnica della riflessologia plantare e alle relative mappe dei punti.
Affidandosi a quest’ultime, il riflessologo stabilisce quali sono gli organi che presentano disequilibrio. Interviene così sulla pianta del piede per ristabilire il benessere dell’organismo. Normalmente la riflessologia plantare viene praticata senza l’uso di particolari strumenti, il riflessologo compie delle digitopressioni direttamente sulla pianta del piede del paziente. Operazioni che per essere efficaci vanno eseguite a regola d’arte, tenendo conto delle eventuali controindicazioni.
Improvvisarsi riflessologi è assolutamente sconsigliato, oltre che rischioso. Per apprendere questa professione è necessario rivolgersi a scuole di massaggio e istituti olistici, seguendo corsi tenuti da specialisti del settore. Particolarmente utili sono i videocorsi di riflessologia plantare, perché consentono di visionare più volte le tecniche illustrate dall’insegnante. La ripetizione dell’insegnamento e l’accesso senza vincoli ai contenuti formativi fanno di questo genere di materiale didattico uno dei più efficaci nei processi di apprendimento.
Come diventare operatore olistico
La riflessologia rientra nell’ambito della medicina olistica, caratterizzata da un approccio che non è esclusivamente terapeutico. Oltre a guarire i disturbi del corpo, le discipline olistiche mirano a conservare e migliorare lo stato di salute dell’individuo. Tra i trattamenti olistici più comuni vi sono l’agopuntura, il massaggio ayurvedico, la magnetoterapia e tecniche di movimento olistico come lo yoga.
In Italia quella dell’operatore olistico non è ancora una professione riconosciuta, perché non regolamentata dalle Istituzioni. Ciononostante, è possibile svolgere questa attività nel pieno rispetto della legge. È fondamentale però chiarire che un operatore olistico non è un medico e non interviene chirurgicamente sui pazienti. Il suo lavoro è limitato a prestazioni specifiche e, nel caso in cui i pazienti siano interessati da patologie particolari, è preferibile consultarsi con il medico curante prima di praticare qualsiasi trattamento.
Il percorso per diventare operatore olistico inizia con la formazione, la cui durata varia in misura sensibile a seconda dell’istituto e del corso. Quelli intensivi possono concludersi nel giro di pochi giorni, altrimenti le lezioni hanno solitamente cadenza settimanale, o quindicinale, e si protraggono per più mesi.
Questa seconda opzione è da un lato molto allettante perché consente di apprendere gradualmente le tecniche olistiche, ma dall’altro rischia di confliggere con gli impegni quotidiani del partecipante. L’alternativa, altrettanto valida sotto il profilo qualitativo, è la formazione online.
I videocorsi consentono di apprendere le tecniche di massaggio olistico comodamente da casa, seguendo le lezioni con maggiore flessibilità. Le tecniche di massaggio trattate variano a seconda di quanto stabilito dall’istituto, in ogni caso solo attraverso un corso per operatore olistico completo è possibile padroneggiare tutte le tecniche di massaggio olistico.
Alla formazione teorica, infine, deve seguire un tirocinio presso un centro massaggi. Prima di iniziare a lavorare come operatore olistico, va messo in pratica quanto appreso sotto la guida di un massaggiatore professionista.