Via libera di Camera e Senato alla risoluzione di maggioranza sul Def. L’Aula di Palazzo Madama, nella giornata di ieri, martedì 19 giugno 2018, ha votato il Documento di economia e finanza con 166 sì, 127 contrari e 6 astenuti. Poco prima, anche la Camera aveva approvato la risoluzione di maggioranza sul Def. L’assemblea ha votato il documento con 330 sì, 242 no e 4 astenuti. In aula il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha spiegato che ”la ripresa continua ma a ritmi più contenuti rispetto al 2017”. ”L’obiettivo prioritario deve essere aumentare il tasso di crescita potenziale e chiudere il divario” con il resto dell’Europa, ha evidenziato. ”Dobbiamo accrescere la competitività e la dinamica produttiva” e la strategia per raggiungere l’obiettivo richiede di ”attuare le riforme strutturali, previste nel programma di governo, attivare lo stimolo endogeno di crescita, per non limitarci a subire passivamente gli choc, positivi e negativi, che vengono dalla congiuntura internazionale”.
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Cosa prevede il DEF 2018?
I temi che dovranno essere affrontati con la prossima legge di bilancio sono: la lotta alla povertà, lo stimolo alle politiche attive, il superamento della legge Fornero, misure per la scuola. Tra le misure da adottare, il relatore al documento, Federico D’Incà, intervenendo a Montecitorio, ha indicato ‘‘un mix virtuoso di maggiori investimenti pubblici, riduzione della pressione fiscale e il sostegno ai redditi più bassi”. Va semplificato, in particolare, il rapporto tra l’Agenzia delle entrate e il contribuente e vanno abolite “misure penalizzanti per i contribuenti onesti”. Futuri provvedimenti per estendere il reddito di cittadinanza ”restano senz’altro necessari” e occorre ”ampliare la portata” dei Bes. Infine ‘‘occorre assumere tutte le misure per favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia, inerenti l’aumento dell’aliquota Iva e accise”.
Def 2018, gli obiettivi da raggiungere
Quanto ai tassi di crescita per il 2019 e gli anni seguenti, previsti nel Def a legislazione vigente, ”sono ancora alla nostra portata ma richiedono un’adeguata strategia di politica economica; non corrispondono più al quadro tendenziale”. Tria ha poi spiegato che ”lo scenario tendenziale dell’indebitamento netto sarà oggetto di una seria riflessione in sede di predisposizione del quadro programmatico”.