20 agosto 2019, il giorno dei giorni è arrivato. Oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’uomo scelto per non scontentare nessuno, si presenterà al Senato alle ore 15 per le sue comunicazioni. Poche ore e si verrà a capo di questa crisi di governo che ha messo sottosopra il paese. Molto dipenderà dalle parole dell’avvocato del popolo, ma l’ipotesi del ritorno alle urne, tanto agognata dal leader della Lega, Matteo Salvini, si allontana sempre più. Cosa ci aspetta dunque? Quali scenari? Cerchiamo di fare chiarezza.
Crisi di governo, Di Maio: «Piena fiducia nel discorso che farà Giuseppe Conte!»
Lo abbiamo detto, molto dipenderà dal discorso di Giuseppe Conte, il quale è ben consapevole che la posta in gioco è troppo alta: di fronte all’avventurosa mossa del ministro dell’Interno saranno necessarie parecchia prudenza, fermezza e soprattutto capacità di mediazione. Del resto Conte era stato indicato da Salvini e Di Maio all’inizio del suo mandato proprio per fare da ago della bilancia e questo delicato compito oggi gli viene richiesto. Luigi Di Maio ieri si è detto molto fiducioso e ha speso splendide parole per il Presidente del Consiglio: «Piena fiducia nel discorso che farà Giuseppe Conte. Giuseppe non merita di essere trattato come in questi giorni. E neanche di essere accusato di trame segrete. È un uomo di una rettitudine che non ho mai visto in nessuno!». Massimo riserbo, difficile ipotizzare cosa dirà Giuseppe Conte: senza dubbio però rivendicherà chi ha sollevato quest’inaspettata crisi di governo, come pure punterà il dito contro il modo istituzionalmente assai sconveniente di togliere la fiducia. Ma non è una faida, potrebbe restare aperta anche una porta per Salvini, nel caso di un eventuale ripensamento.
Crisi di governo, possibili scenari: che succederà?
Nel concreto, dopo l’intervento del premier, seguirà il dibattito e si potrebbe arrivare al voto sulle risoluzioni. Non si tratta di un voto di fiducia, a meno che il premier stesso non la ponga. Gli scenari possibili sono tre: la prima, l’ipotesi più probabile è che Conte potrebbe giocare d’anticipo sul voto e annunciare la sua decisione di salire al Quirinale per dimettersi; la seconda prevede invece che il premier, terminate le comunicazioni al Senato, resti in attesa del dibattito e del voto sulle risoluzioni presentate dalle varie forze politiche (in questo caso Conte si recherebbe al Quirinale per dimettersi solo dopo il voto di sfiducia della Lega al governo); infine l’ipotesi meno probabile, ossia quella di una ricucitura in extremis tra M5s e Lega.
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Governo senza Salvini? Il Movimento 5 stelle è morto?
L’incontro fissato per le 15 è decisivo e si tratterà di un confronto trasparente di fronte all’Italia, che forse questa sera potrà tirare un sospiro di sollievo. Un banco di prova per Matteo Salvini, che non può permettersi più mosse avventate e sbagli, proprio per non perdere consensi e poltrone; ma anche per Luigi Di Maio, che non può sbilanciarsi troppo né a destra né a sinistra, per non assistere alla disfatta del Movimento 5 stelle alle prossime elezioni. Come riportato da “Il Corriere della sera”: “Dentro il Movimento, il vicepremier si trova ormai dall’altra parte della barricata occupata da Davide Casaleggio e Beppe Grillo. Raccontano fonti di primissimo livello del M5S che quest’ultimo, nel vertice ospitato l’altro ieri a casa sua, l’abbia affrontato a brutto muso. «Ah, Luigi, tu sei quello che vuole andare al voto, ho capito bene? Forse non ti è chiaro che se si va al voto oggi, domani, tra sei mesi o tra sei anni, il Movimento è morto. Ed è morto anche perché non sei stato in grado di guidarlo». Parole come pietre, che facevano pendant con un sondaggio riservato che fissa tra il 7 e l’8 per cento lo score del M5S in caso di elezioni anticipate”.
Renzi, voto di sfiducia a Conte e guanto di sfida a Salvini
Eppure nel corso dell’incontro di ieri con i capigruppo Di Maio ha smentito le voci di inciuci e accordi con il Pd: «Ho visto che alcuni stanno già facendo proposte a mezzo stampa su aperture ad altre forze politiche. Secondo me è profondamente sbagliato. Noi dobbiamo affidarci al presidente della Repubblica e al percorso istituzionale che vorrà delineare. Un governo Renzi, Lotti e Boschi è frutto solo delle bufale della Lega e nemmeno gli rispondiamo. Lanciano bufale per nascondere la coltellata data al Paese!». Dal canto suo, durante un’intervista a Studio Aperto su Italia Uno, Matteo Renzi ha parlato dell’eventuale voto di sfiducia al premier Giuseppe Conte – «Votiamo contro il governo Conte-Salvini-Di Maio, ha messo in ginocchio l’Italia, noi votiamo perché il governo vada a casa!» – e ha sfidato il leader della Lega: «Se si candidasse a Firenze, o Milano scelga lui, contro di me, sarebbe il benvenuto. In attesa di fare un confronto elettorale, magari potrebbe accettare di fare un confronto in tv!». Più moderata la posizione del segretario del Pd Nicola Zingaretti, che ha dichiarato: «Se non si costruisce un governo forte di rinnovamento, è meglio il voto!».
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