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Crisi di governo, elezioni anticipate e date utili: che succede? Intanto lo spread vola

09/08/2019 10:51 - Aggiornamento 09/08/2019 10:56

«La maggioranza non c’è più, andiamo al voto», con queste parole Matteo Salvini apre la crisi di Governo. Le alleanze sono ormai saltate, tra Lega e Movimento Cinque Stelle è rottura. Per questo motivo gli italiani potrebbero essere chiamati di nuovo alle urne. Ma quali sono le date utili per le elezioni? Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni?

«La parola agli elettori!», Salvini apre la crisi di Governo

La tensione tra le due forze di maggioranza è al massimo, dopo gli scambi di accuse, il leader della Lega chiede il voto anticipato: «Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori», ha scritto in una nota Matteo Salvini. «Inutile andare avanti a colpi di NO e di litigi, come nelle ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di “Signor No. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni!», ha ribadito con forza il ministro dell’Interno, che nel pomeriggio incontrerà a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte. Parecchio sofferente anche Luigi Di Maio, che ha dichiarato: «La Lega ha preso in giro il Paese; votare subito taglio parlamentari, poi le elezioni. Una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze!». Intanto su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti si dice ben lieto di raccogliere la sfida: «Noi siamo prontissimi, perché siamo quella forza che ha aperto una grande fase di rinnovamento e che oggi è la vera alternativa a Salvini! Le prossime elezioni saranno una scelta tra la Lega di Salvini o il Partito Democratico, che abbiamo rimesso in campo. E dobbiamo chiamare a raccolta tutta quella parte di Italia onesta che vuole il lavoro, la crescita e lo sviluppo, non vuole la cultura dell’odio, che vuole ridare una dignità all’Italia che è isolata nell’Europa e nel mondo, che vuole salvare l’Italia da chi ha promesso la rivoluzione e poi ha reso questo paese più debole e più fragile!».

Crisi di governo, elezioni anticipate e date utili

Se fosse, quando si andrebbe a votare? Le tre domeniche d’ottobre disponibili sono tre: il 13, il 20 o il 27. Se la crisi di governo si consumasse in questi giorni, a metà agosto, tenendo conto dei tempi necessari per gli italiani all’estero e altri passaggi burocratici, le urne dovrebbero aprirsi a circa due mesi di distanza. Considerando però il bisogno di qualche giorno in più, si potrebbe slittare anche a domenica 3 novembre o domenica 10. Tutto però è nelle mani di Giuseppe Conte: la “parlamentarizzazione” della crisi, vale a dire il premier che va in Parlamento, di fatto allunga di non poco i tempi rispetto all’ipotesi di dimissioni immediate. Come si legge su SkyTg24: “Se non scegliesse di dimettersi prima di passare per le Camere, Conte si potrebbe presentare in Parlamento già la prossima settimana per contare i numeri. Il primo segnale di questo percorso dovrebbe arrivare con la convocazione di una conferenza dei capigruppo, che non è escluso si tenga già oggi ma che potrebbe anche essere rinviata di qualche giorno. E che avrà comunque il compito di convocare l’Assemblea (…). Conte, in base alla cosiddetta regola della culla, dovrebbe però recarsi prima in Senato, dove ha ottenuto la prima fiducia. Ma l’Aula di palazzo Madama non potrà essere convocata a brevissimo: per riavviare l’attività, visto che il Senato è in ferie, servono tempi tecnici e bisogna garantire che tutti i senatori riescano a tornare a Roma. Questo potrebbe allungare i tempi. L’ipotesi che circola, a quel punto, è di una convocazione dell’Aula dopo Ferragosto, intorno al 20, con conseguente scioglimento delle Camere intorno al 25-26 agosto”.

Conseguenze? I possibili scenari

Questo comporterebbe cosa? Se Giuseppe Conte dovesse rimettere oggi il mandato, si aprirebbe ufficialmente la crisi di governo, con relative consultazioni da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale si aprono due ipotesi: quella di affidare mandati esplorativi ai vertici del Parlamento per sondare gli umori delle forze politiche o di dare l’incarico ad un tecnico. Ovviamente resta in piedi anche lo scenario che vede proprio l’attuale premier traghettare la legislatura. Se Sergio Mattarella, terminate le consultazioni, si rendesse conto però che non esiste una maggioranza alternativa, avrebbe il compito di sciogliere le Camere. Se ciò accadesse dopo Ferragosto, tra il 20 e il 22 agosto, si potrebbe votare il 20 ottobre, altrimenti le urne potrebbero aprirsi il 27 ottobre. E così via…

Crisi di governo spaventa: lo spread vola

Ovviamente le parole di Matteo Salvini sulla Borsa sono arrivate come paglia sul fuoco, anzi di più, benzina. L’annuncio di una crisi dell’esecutivo ha surriscaldato lo spread. Come si legge su “La Repubblica” “il differenziale tra Btp e Bund, schizzato già ieri di oltre 10 punti, oggi continua la sua crescita e in mattinata schizza a 234 punti con il rendimento del titolo decennale italiano all’1,74%. In mattinata spunti importanti potranno arrivare in questo senso anche dall’asta di bot annuali per 6,5 miliardi programmata dal Tesoro, mentre in serata c’è attesa per l’aggiornamento del rating sul nostro Paese da parte di Fitch”. Ripercussioni a Piazza Affari, dove il Ftse Mib parte in deciso calo e arretra dell’1,34%, più lievi sulla borse europee: Londra perde lo 0,43%, Francoforte lo 0,56% e Parigi lo 0,54%. Mentre sale quella di Tokyo, che ha chiuso in rialzo dello 0,44% forte anche dei buoni dati sulla crescita.

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