Crisi di governo, esecutivo traballante, Salvini e Di Maio ai ferri corti: le alleanze pare siano proprio saltate. La Lega presenta in Senato una mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte. La posizione del leader del Carroccio è chiara: «Troppi no (da ultimo il clamoroso e incredibile no alla Tav) fanno male all’Italia, che invece ha bisogno di tornare a crescere e quindi di andare a votare in fretta. Chi perde tempo danneggia il Paese e pensa solo alla poltrona!», ha dichiarato il Ministro dell’Interno, che in una nota ha scritto: «Inutile andare avanti a colpi di NO e di litigi, come nelle ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di Signor No!».
Crisi di governo, la Lega presenta una mozione di sfiducia: come mai Salvini ha tanta fretta?
Le ragioni dei dissapori? Come mai tanta fretta? Ad aver spinto il leader della Lega a premere sull’acceleratore molto probabilmente i sondaggi favorevoli – la prospettiva di governare da soli – e soprattutto il rischio di far slittare di sei mesi le elezioni in caso di definitiva approvazione della legge sul taglio dei parlamentari. Ma come in una partita di scacchi, non ci si può sostituire all’avversario, le mosse dell’altro si possono solo prevedere. E i tempi del sovranismo – che tanto spaventa il Papa che in un’intervista alla “Stampa” ha detto: «Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perche’ si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. ‘Prima noi. Noi, noi’: sono pensieri che fanno paura. Il sovranismo è chiusura. Un Paese deve essere sovrano, ma non chiuso. La sovranità va difesa, ma vanno protetti e promossi anche i rapporti con gli altri Paesi, con la Comunità europea!» – sono andati, con buona pace dei nostalgici. Salvini non “sta giocando” ad “un solitario”: così il premier Giuseppe Conte, anziché salire al Colle per dimettersi, come avrebbe voluto il Ministro dell’Interno, ha chiesto la ‘parlamentarizzazione’ della crisi, ossia desidera recarsi in Parlamento e incassare la sfiducia: vuole che Salvini vada in Senato e spieghi le ragioni dell’improvviso cambiamento di rotta.
Elezioni anticipate: “l’Italia nelle mani” di Mattarella
A decidere i tempi i due presidenti di Camera e Senato, poi la palla passerà nelle mani del presidente della Repubblica, il quale potrà decidere se affidare un mandato al premier attuale per un Conte bis o optare per un tecnico (e i precedenti ci sono eccome!). Andare alle urne coglie parecchi in contropiede e soprattutto preoccupa Sergio Mattarella, che teme che un voto in piena sessione di bilancio possa far andare in caduta libera lo spread e riaccendere gli interessi sui Btp.
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