Alla fine l’indiscrezione è trapelata. Per il crollo del ponte Morandi a Genova lo scorso 14 agosto ci sono 20 indagati. Tra questi c’è anche la società Autostrade, che andrà quindi a processo per il disastro che ha causato la morte di 43 persone. Ambienti vicini alla Procura del capoluogo ligure hanno confermato le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti.
Stretto riserbo invece sui nomi delle persone destinatarie degli avvisi di garanzia, ma è facile immaginare si tratti di tutti gli alti dirigenti e i funzionari preposti alle attività manutentive e di prevenzione del rischio. Si tratta in ogni caso di personale di Società autostrade, Provveditorato, Spea (Gruppo Atlantia) e Direzione vigilanza del Ministero delle Infrastrutture (Mit). Nei giorni scorsi la Guardia di finanza aveva consegnato ai magistrati genovesi una lista di una trentina di nomi tra cui quelli di diversi responsabili della direzione generale di vigilanza del Mit tra cui l’attuale. I nomi degli indagati saranno comunque resi noti dopo la notifica alle parti degli avvisi di garanzia. Le parti offese nel processo sono 59, 43 relative alle vittime e 16 ai feriti nel crollo del ponte Morandi. «A breve – ha detto il procuratore di Genova Cozzi – chiederemo anche l’incidente probatorio. L’iscrizione viene fatta proprio contestualmente per la necessità di effettuare un atto garantito».
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte intanto fa sapere che il governo non farà «sconti a un concessionario dopo una simile tragedia. Non posso dire oggi che si va verso la nazionalizzazione. A noi interessa tutelare a pieno il patrimonio dello Stato e avere massime garanzie di tutela di incolumità dei cittadini. Se questo avverrà attraverso la nazionalizzazione o una nuova gara con condizioni contrattuali diverse lo vedremo».
(ultimo aggiornamento ore 15:42)