Anche ieri sera, martedì 17 dicembre c’è stato il tredicesimo appuntamento settimanale con “Ballarò” e, come di consueto, la copertina satirica di Maurizio Crozza. Il comico genovese ha iniziato il suo intervento con la parodia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che si sfoga ricordando di essere stato costretto ad accettare il secondo mandato, che non era nei suoi progetti. Napolitano è diviso da un lato: il Movimento 5 Stelle che ha già annunciato l’impeachment e dall’altro Forza Italia che l’ha attacco per non aver concesso la grazia a Berlusconi. E Crozza nei panni del Capo dello Stato respinge al mittente, a modo suo, le accuse: “È con viva vibrante soddisfazione che vi ricordo che io volli accomiatarmi da voi, ma foste voi a rivolermi qui per un alto gravoso secondo incarico. Io avevo già prenotato la Pensione Marisa a Capri che fa una parmigiana da Dio…. Oggi, da più parti, mi si accusa ingiustamente di aver superato i limiti costituzionali. Ora mi chiedete un passo indietro, prima mi avete chiesto un passo avanti sono i passi tipici della lambada…” Adesso ingiustamente si parla di ‘Impeachment’ finché lo dice Grillo: “che vive solo per scassare la uollera a tutti quanti in streaming e non ci potrebbe stare… Ma se l’impeachment lo chiede Berlusconi che ha la metà, della metà, della metà, della metà della statura politica di ‘nu lombrico’ io cosa volete che dica: mi ha chiesto pure la grazia. Ma io con viva e vibrante gliene do tre di Grazie. Grazie, Graziella e grazie a…”.
Maurizio Crozza, tornato nei suoi panni, spiega a Giovanni ‘Giova’ Floris che manca quell’allegria e leggerezza tipiche dello spirito delle festività natalizie: tra Impeachment, Forconi e Vaffaday. E così suggerisce di saltare questo Natale e di sbranarsi l’un l’altro. C’è un clima che se entra dal camino uno con capelli lunghi e barba bianca lo scambia per Grillo e lo manda a quel paese e se i suoi figli scoppiano a piangere dice loro di star tranquilli che Beppe Grillo non esiste ed è una favola della Casaleggio e Associati.
Matteo Salvini, come nuovo segretario della Lega, l’altro ieri ha detto che l’euro è un crimine contro l’umanità, che sono pronti a lottare per l’indipendenza e che i giornalisti sono tutti coglioni per cui dal prossimo congresso quelli che non piacciono li faranno uscire senza troppe cerimonie. È uno dei discorsi più natalizi che abbia mai sentito. Ma per quale motivo sono tutti nervosi? Nelle proteste di questi giorni e nei cambiamenti che hanno investito la politica nelle ultime settimane, Crozza fa notare che in realtà c’è un denominatore comune tra Grillo, la Lega, i Forconi e un pezzo di Forza Italia. Una battaglia contro l’Europa dei vincoli e dell’austerità: vogliono uscire tutti dall’Euro ma per andare dove? Si è ad una svolta epocale non è più un problema tra destra e sinistra. Adesso la differenza è tra chi è a favore dell’Europa e chi è contro e l’interrogativo è “Meglio essere ‘global’ o ‘local’” . “Berlusconi che aveva tante società sparse nel mondo era global. Oggi che non ha nemmeno il passaporto è diventato local. Il Trota si è comprato una laurea a Tirana, quindi era global. Peccato però che l’abbia pagata con dei soldi molto local. E Cota si è comprato delle mutande in America per essere global, ma le ha pagate con soldi della Regione che a naso direi local.” Ma l’unico che in questo Paese incarna lo spirito natalizio è Alfano perché ieri da detto, rivolgendosi ai boss mafiosi, che se provano ancora a far uscire informazioni o comunicazioni dalle carceri lo Stato è pronto ad inasprire il 42 bis. Il comico ligure ha voluto concludere il suo intervento rivolgendo gli auguri di buon compleanno a Papa Francesco che ha compiuto 77 anni e il settimanale Time l’ha nominato: ‘Uomo dell’anno’ che però ha vinto di misura proprio sul filo di lana su Gattuso, “Peccato, lui ci aveva scommesso”. Papa Bergoglio ha festeggiato con dei clochard, ha preso delle paste da mangiare vicino al fuoco. Ma il Santo Padre le ha date a loro e lui ha leccato solo lo zucchero a velo dalla carta così, essendo questo un peccato di gola, si è fatto perdonare con un assegno da 200 euro per un certo Giorgio, che doveva andare in pensione a ballare l’alligalli, perché c’ha rimesso la caparra della Pensione Marisa…