Nella celebre “Plaza de la Revoluciòn”, accerchiata e sorvegliata dalle gigantografie dei volti di Ernesto che Guevara e Fidel Casto, Papa Francesco ha celebrato questa mattina la Santa Messa della domenica alla presenza di 500 mila cubani e non accorsi per l’occasione. Con Raul Castro e il presidente dell’Argentina Cristina Kirchner in prima fila, l’Avana si è fermata per ascoltare le parole del Papa, da cui ci si attendeva riscatto sociale e speranza per il futuro – incerto – di Cuba.
E sulla condizione del popolo cubano, infatti, è stato costruito il discorso di Bergoglio. Un popolo – afferma il Papa – che” ha delle ferite, come ogni popolo, ma che sa stare con le braccia aperte, cammina con speranza, perché la sua vocazione è di grandezza. Oggi vi invito a prendervi cura di questa vocazione, a prendervi cura di questi doni che Dio vi ha regalato, ma specialmente voglio invitarvi a prendervi cura e a servire la fragilità dei vostri fratelli”.
Si vedrà in seguito se l’eccezionalità dell’evento, sia dal punto di vista dei numeri che della risonanza mediatica, possa spronare gli States a togliere definitivamente l’embargo – come annunciato da Obama nel 2014 – ad un Paese simbolo di libertà e rivoluzione, ma con una situazione economica in stallo, che non potrà fare passi in avanti senza il voto del Congresso americano. Senza dubbio, però, Papa Francesco un qualche tipo di scossa sembra averla portata.