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Cuffaro, un nuovo libro “sulle tante cose che so”

07/01/2013 20:00

L’ex Presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, ha partecipato a Raffadali alla tumulazione della salma del padre Raffaele, morto il 31 dicembre scorso a 85 anni. Per poche ore ha avuto un permesso per recarsi al paese di origine e poter vivere in preghiera momenti di raccoglimento con i suoi familiari, senza agenti di scorta, da uomo libero.

Cuffaro non ha fatto in tempo a partecipare al funerale del padre, ma il Tribunale di sorveglianza della capitale gli ha concesso il permesso di partecipare alla tumulazione. Come per tutti i detenuti la legge riconosce permessi per gravi problemi familiari. Le regole carcerarie le procedure gli hanno permesso di essere in Sicilia solo dopo 6 giorni dalla morte del padre.

Cuffaro Funerale Padre

Accusato di un reato grave quale rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento di stampo mafioso, all’indomani della sentenza di condanna di primo grado fu fotografato con un vassoio di cannoli in mano nel suo ufficio di palazzo d’Orleans. Fu travolto dalla polemiche. Da quel momento cominciò la sua parabola discendente fino alla condanna definitiva a sette anni di reclusione che sta scontando nel carcere di Rebibbia.

Oggi dell’antica hibris non rimane traccia, il suo volto esprime mestizia e rammarico. Prima di ripartire per Roma dove si presenterà puntuale in carcere, il detenuto Cuffaro coglie l’occasione per parlare non di politica, non di vicende processuali , ma della sua vita carceraria. Ha scontato due dei suoi sette anni di pena.

Nel carcere riceve migliaia di lettere, moltissime visite scrive e studia. Ha sostenuto 11 esami universitari, si è infatti iscritto alla facoltà di Giurisprudenza, ha pubblicato un libro “Il candore delle cornacchie” che racconta la sua storia di detenuto e ora racconta che sta lavorando ad un altro libro “per raccontare le tante cose che so”, dice sibillino. “Faranno male del male a molte persone, ma farò del male anche a me stesso. Ci sono cose del sistema che è giusto che la gente conosca”. E chi meglio del due volte Presidente della Sicilia conosce il sistema, se davvero vorrà, ha molto da farci conoscere.