Il curriculum vitae europeo serve davvero? Chiamato comunemente anche Europass, si tratta di una forma di curriculum introdotta nel 2002 dalla Commissione Europea e pensata per uniformare in tutti i Paesi dell’Unione la compilazione del curriculum. La realtà dei fatti, però, è molto diversa: sebbene in Italia sia ancora quello più usato, negli Stati esteri è difficile trovare curriculum di questo tipo in quanto considerato troppo datato.
Curriculum vitae europeo o personalizzato: una scelta da valutare con attenzione
Il curriculum vitae, in generale, rappresenta il biglietto da visita necessario a fissare un colloquio con le aziende in cui vorremmo lavorare: proprio per questo motivo, è fondamentale che nel CV siano presenti tutte le informazioni utili ad inquadrare il candidato. E il curriculum vitae europeo? Quello conosciuto come Europass è un CV pensato dalla Commissione Europea per unificare la modalità di stesura di questo documento nei Paesi membri: ma è davvero utile? Non esiste una risposta univoca a questa domanda poiché dipende dai casi: sottolineiamo però che, qualora sia espressamente richiesto, è necessario inviarlo in questa forma. Il curriculum personalizzato, ovviamente, garantisce al candidato la possibilità di inserire – oltre a quelle fondamentali – solo le informazioni che ritiene realmente necessarie alla sua eventuale assunzione o quelle che, sempre più spesso, vengono valutate e cercate per vie traverse dai selezionatori. Ma chi usa davvero il CV europeo? In realtà sono pochissimi i Paesi che utilizzano l’Europass in quanto aziende estere preferiscono CV lunghi al massimo una pagina, minimali ed efficaci.
Gli svantaggi del curriculum vitae europeo
Sebbene introdotto per uniformare la stesura del documento, il curriculum vitae europeo è stato per anni richiesto quasi ed esclusivamente in Italia poiché considerato – da molte aziende e molti Paesi – troppo prolisso e di difficile consultazione. Oltre al layout a due colonne, da molti non apprezzato, un altro punto a sfavore dell’Europass è sicuramente la lunghezza: inserendo tutte le informazioni richieste e seguendo fedelmente la forma proposta, infatti, il CV può arrivare a superare tranquillamente le 5 pagine per una persona con molta esperienza alle spalle. Questo è sicuramente un male: un buon CV, infatti, deve contenere nel minor spazio possibile un quadro generale (e utile) del candidato. I selezionatori, infatti, davanti al curriculum vitae europeo si trovano costretti a sfogliare decine di pagine prima di poter capire se quella persona può essere o meno adatta a lavorare in azienda.
Quando usare il curriculum vitae europeo
A questo punto vi starete chiedendo se è davvero necessario utilizzare il curriculum vitae europeo in ogni caso: la risposta è ovviamente no. In linea di massima potremmo dire che è necessario (e doveroso) utilizzarlo solo qualora fosse espressamente richiesto: in quel caso il datore di lavoro ritiene comodo o opportuno sfogliare quel tipo di CV. Nel caso in cui si stia cercando lavoro all’estero è buona cosa informarsi sul tipo di curriculum generalmente richiesto: uniformarsi alle abitudini di un Paese o di un’azienda non può che giocare a vostro favore. E in Italia? Se non specificato nell’annuncio, è possibile inviare anche curriculum vitae personalizzati: sebbene sia comunque necessario utilizzare una forma linguistica corretta ed un layout semplice e chiaro, il CV personalizzato permette di essere redatto “ad hoc” in base all’azienda che si sta cercando di “impressionare” nonchè di inserire e/o omettere informazioni considerate utili o irrilevanti per quella determinata mansione.
Credit: Yoel Ben-Avraham/Flickr