Il mio nome è Bond… James Bond.
Chi non conosce questa frase? Una delle più famose di tutta l’iconografia cinematografica, distintiva di un personaggio – nato dalla penna di Ian Fleming nel 1952 – che in sé incarna lo stereotipo stesso dell’uomo d’azione, affascinante, virile e inarrivabile. Si parla di 007, la più celebre spia di tutti i tempi. Nel 1963 un magistrale Sean Connery per la prima volta lo portò sul grande schermo: da lì in poi i migliori attori di Hollywood hanno gareggiato per interpretare il celebre personaggio. Dal 2006 tocca, con brillanti risultati di pubblico e critica, all’inglese Daniel Craig. Perfettamente calato nella parte dell’agente segreto, tanto freddo nell’agire con una pistola in mano quanto raffinato nei gusti. Forse anche troppo.
A Daniel Craig e al “suo” James Bond l’alcool, infatti, non dispiace: secondo il magazine inglese “The Grocer” è lui l’interprete che nei film, per ragioni di sceneggiatura, alza di più il gomito. Fra Vodka Martini, Champagne costosissimi e qualche sporadica birra, in media in una pellicola Craig consuma 20 bicchieri di alcool. Il titolo di 007 più “ubriacone” sarebbe suo. Con buona pace di altre grandi spie come Pierce Brosnan, fermo a 12, e Sean Connery e Roger Moore con 11.
La bevanda preferita? Ovviamente Vodka Martini. Rigorosamente” Shaken not Stirred”, cioè agitato non mescolato. Questo è stato il verdetto dei tre film di cui il biondo cresciuto a Liverpool è protagonista. Ora, in attesa del nuova avventura dell’agente dell’ M16 che si intitolerà “Spectre”, in uscita nelle sale il 5 novembre sotto la regia di a Sam Mendes, i dubbi sono due: non solo come figurerà la nuova seducente Bond Girl Léa Seydoux, ma anche se il record da gran bevitore sarà confermato, se non incrementato.