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Decreto Dignità complotto, Di Maio sapeva le stime dell’Inps: ecco le prove

17/07/2018 10:11

Complotto sul Decreto Dignità?  DI Maio, nei giorni scorsi, ha denunciato l’esistenza di una “manina” che ha introdotto nella Relazione Tecnica quella stima di impatto negativo del provvedimento pari a 8 mila occupati in meno ogni anni fino al 2028. Una stima dell’Inps, per cui il Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro ha scaricato tutto sul presidente dell’Istituto, Tito Boeri. Ci sono carte, pubblicate oggi dalla Stampa, che segnalano tuttavia le colpe del ministro pentastellato. Tutto è avvenuto alla luce del sole, secondo quanto dimostrano i documenti resi noti dal quotidiano torinese. Di Maio poteva sapere, doveva sapere. I suoi collaboratori hanno avuto la stima dell’Inps, da loro richiesta, una settimana prima della pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale.

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Come scrive La Stampa nella sua edizione odierna: “Tutto inizia il 2 luglio, quando l’ufficio legislativo del Ministero del Lavoro scrive all’Inps per chiedere di predisporre “con la massima urgenza” la platea dei lavoratori coinvolti “al fine di quantificare il minor gettito contributivo”. Detto fatto: Quattro giorni dopo, il 6 luglio, la segreteria tecnica di Boeri spedisce all’ufficio legislativo del Ministero quanto richiesto. Mail certificata e testo non lasciano dubbi: al Ministero la scheda che stima impietosamente il calo degli occupati è sul tavolo del Ministero sei giorni prima della bollinatura da parte della Ragioneria generale dello Stato, il 12 luglio. La relazione tecnica verrà ritoccata il giorno prima della pubblicazione in Gazzetta su richiesta della stessa Ragioneria – accade l’11 luglio – ma per ragioni che nulla hanno a che vedere con quella stima.”

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“Il mio incarico scade nel febbraio 2019. Fino ad allora io non mi muovo di qui. Ho un mandato, e lo porto a termine. Se mi vogliono cacciare prima, lo facciano. Se no, se ne riparla con l’anno nuovo. Con il M5S ci sono “normali rapporti istituzionali. Di Maio l’ho incontrato due volte, mi è sembrata una persona ragionevole, disposta ad ascoltare. Con Fico ci sono state più occasioni”, dice Boeri. Matteo Salvini “non l’ho mai incontrato, e forse a questo punto è meglio così”. Quanto al ministro dell’Economia Giovanni Tria, “ho condiviso dalla prima all’ultima parola tutti gli interventi pubblici che ha fatto finora”.

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