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Delitto Garlasco Alberto Stasi, parla giudice che lo assolse in primo grado: non si è mai arrivati alla verità?

Il delitto di Garlasco è ormai archiviato da anni. Da quando, cioè, Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva (dopo le due assoluzioni in primo e secondo grado) a 16 anni di reclusione perché riconosciuto colpevole dell’omicidio della fidanzata dai giudici dell’Appello bis e dalla Corte di Cassazione.

stalker alberto stasi condannata

Della terribile vicenda giudiziaria si è occupato il programma sul Canale 9 per il ciclo Nove Racconta“Tutta la verità. Il delitto di Garlasco” ha ripercorso, tappa per tappa, tutto l’iter giudiziario sul delitto della neo laureata 26enne Chiara Poggi, avvenuto nella villetta di famiglia, a Garlasco, la mattina del 13 agosto 2007. L’appello bis condannò Stasi a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Chiara e la sentenza venne definitivamente confermata dalla Suprema Corte nel dicembre del 2015. Stasi, oggi 36enne, si professa da sempre innocente. Durante la trasmissione sono state raccolte le testimonianze dei protagonisti e confrontate le opinioni dei protagonisti della vicenda.

 

Degne di nota le parole di Stefano Vitelliil giudice dell’udienza preliminare che in primo grado a Vigevano, con rito abbreviato, assolse Alberto Stasi per insufficienza di prove: “Lo stato per mettere in galera un cittadino deve essere ragionevolmente sicuro che sia lui”. Il magistrato ha anche ricordato il sopralluogo nella casa dell’omicidio e non ha saputo celare la commozione. Fanno pensare anche le considerazioni dell’ex comandante dei carabinieri, Francesco Marchetto, secondo il quale i processi non hanno fatto luce sulla spinosa vicenda giudiziaria. “Qualsiasi magistrato, volenteroso, che abbia voglia di leggere gli atti, se ne accorge tranquillamente … ma non siamo arrivati alla verità”. Queste le sue parole. Marchetto nel settembre 2016 fu condannato a 2 anni e mezzo in quanto processato per falsa testimonianza nell’ambito del processo di primo grado sull’omicidio di Garlasco a carico di Alberto Stasi, poi condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione. Nei suoi confronti l’accusa di avere testimoniato il falso nel processo davanti al gup di Vigevano, Stefano Vitelli, nel riferire delle motivazioni per le quali non aveva sequestrato la bicicletta nera da donna in uso all’imputato all’epoca dei fatti contestati (era il 2007), influenzando così tutto l’iter processuale e il suo esito.

Raccolte anche le testimonianze dei difensori di Stasi, Giada Bocellari e Fabio Giarda, che ancor oggi parlano di “clamoroso errore giudiziario”, e di Gian Luigi Tizzoni, legale di parte civile per la famiglia Poggi, e dei consulenti delle part.

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