Secondo l’Istat il tasso di disoccupazione in Italia, a gennaio scorso, si è attestato al 12,9%, toccando la soglia massima dal 1977. La disoccupazione giovanile, che si riferisce alla fascia di età compresa tra i 15 e 24 anni, è cresciuta in un mese dal 41,7% al 42,4% , facendo arrivare i giovani in cerca di lavoro alla cifra di 690mila unità. Il totale dei disoccupati è diventato pari a 3 milioni 293 mila con un incremento nel mese dell’1,9% (+ 60mila) e nell’anno dell’8,6% (+260mila).
Il 2013 segna anche una preoccupante diminuzione del numero degli occupati, meno 478mila pari al 2,1% rispetto al 2012. La crisi iniziata nel 2008 ha raggiunto il suo culmine con la perfomance peggiore nell’anno appena trascorso. Dai dati Istat emerge che la metà dei disoccupati si trova nel Sud (un milione 450mila).
Il nuovo governo inizia il suo mandato dovendo confrontarsi con la drammmaticità di questi dati che lo stesso premier Renzi sottolinea allarmato: “La disoccupazione è al 12,9%. Cifra allucinante, la piu’ alta da 35 anni. Ecco perché il primo provvedimento sarà il JobsAct”. La scossa tellurica che il dinamico premier dovrà assestare al sistema Italia non potrà riguardare solo la riforma delle istituzioni, ma dovrà assumere la priorità di far ripartire l’economia italiana con la promozione degli investimenti delle imprese, la riduzione del carico fiscale e le politiche attive del lavoro. Il JobsAct preannunciato da Renzi è urgente che diventi effettiva realtà.