Anoressia e bulimia sono solo alcuni dei disturbi alimentari più diffusi. Un problema che negli ultimi anni sembrerebbe aver subito un’impennata per numero di casi. Esistono, però, alcuni indizi che possono farci capire se siamo ossessionati dal nostro peso, ecco quali sono.
Pesarsi più volte al giorno: farlo sia prima che dopo i pasti, muoversi sulla bilancia per modificare quel numero più volte è paragonabile a una vera e propria ossessione. Secondo uno studio dell’Università del Minnesota, la frequenza con cui ci pensiamo è proporzionale all’esigenza di controllare il proprio peso, all’autostima e alla depressione.
Contare le calorie: la differenza tra controllo del proprio peso e fissazioni è molto sottile e se si iniziano a contare le calorie invece che il numero nutrienti di cui abbiamo bisogno, i disturbi alimentari rischiano di diventare una realtà.
Controllarsi spesso allo specchio: guardarsi e controllare ogni dettaglio del corpo, ogni piccolo difetto e possibile imprecisione o sproporzione è un chiaro segno di disturbo ossessivo compulsivo che può sfociare nei disturbi alimentari.
Credere che essere magri risolva ogni problema: pensare che la vita migliorerà con l’abbassamento di peso, con la linea perfetta e simili può solo peggiorare la situazione e, anzi, farvi fallire in molti altri aspetti della vita quotidiana.
Valutare tutto in bianco o nero: suddividere la vostra alimentazione in ‘cibi sì e cibi no’ non è per nulla sano. Significa che state giudicando voi stessi in base a ciò che mangiate. Non esistono alimenti giusti o sbagliati, ovviamente il cibo spazzatura è sempre da evitare, ma non si può evitare a priori un alimento in favore di un altro.
Bandire sempre più alimenti: un segno chiaro e che non ha bisogno di molte spiegazioni. Se si comincia a eliminare un alimento, poi un altro e un altro ancora, questo non vuol dire essere attenti alla linea, ma avere qualcosa che non va. Ogni alimento, infatti, è necessario al nostro organismo.
Saltare cene e appuntamenti: isolarsi e concentrarsi sulla perdita di peso, evitare cene, feste, compleanni per paura di ingolosirvi davanti a un buffet è segno che qualcosa non funziona e che avete un problema.
Sentire l’esigenze di taglia il cibo in piccole parti: sviluppare dei rigidi rituali, come dividere in cibo in piccoli pezzi, usare posate da bambini o mangiare solo in ore specifiche, non significare nutrirsi ma sviluppare una mania di controllo, un chiaro segno di disturbo alimentare.
Avere l’esercizio fisico come priorità: l’esercizio fisico regolare è di sicuro un toccasana per l’organismo, ma buttarsi nella corsa sentendosi in colpa per aver mangiato un pasticcino, allenarsi tralasciando obblighi lavorativi o famigliari e diventare compulsivi in tal senso, non è un buon segno, né la maniera giusta per tenersi in forma.
Buttarsi su ogni dieta: essere assorbiti completamente dalle nuove diete, siano esse vegane o altro, pensare sempre al vostro peso e controllarlo di continuo è indice di un problema.
Esaminare in modo compulsivo il fisico degli altri: mettere il proprio corpo a confronto con quello degli altri, indagarlo e scorgere dettagli e difetti, forma dei fianchi e grandezza delle cosce potrebbe significare che i vostri valori fondamentali si fondino su peso e forma fisica. O, ancora, criticare le scelte alimentari altrui.
Mitizzare i corpi magri: fissare foto di modelle alte e slanciate, sovrapporle a immagini meno idealizzate e osservare per ore le vostre fotografie in costume, non è indice di perseveranza nell’obbiettivo, quello di raggiungere una buona forma fisica, ma è un sintomo dei disturbi alimentari.
Escogitare modi per evitare di mangiare: fumare una sigaretta, masticare una gomma, bere bevande energetiche e caffè per smorzare la fame non è sano, né normale. Interferire con il consumo spontaneo di cibo è indice di un problema, così come combattere i crampi allo stomaco bevendo acqua. Si tratta di una mentalità di privazione.
Dipendere dalle app di fitness: un monitoraggio troppo rigido, pieno di dettagli e al limite del compulsivo non è salutare e non è nemmeno normale. Al contrario, le app che contano le calorie possono invece alimentare l’ansia e il bisogno di controllo sul cibo.
Mangiare solo cibi biologici: affermare di mangiare solo biologico, a chilometro zero e simili potrebbe essere un modo per tenersi in forma e pensare alla salute, ma spesso viene utilizzato come espediente per controllare le porzioni e le calorie ingerite. È stato condotto anche uno studio sul fenomeno e sull’ortoressia.
Punirsi per non aver mangiato in modo corretto: ogni tanto lasciarsi andare con una bella pizza e un succulento piatto di pasta non uccide e non vi fa scoppiare i glutei. Punirsi, soprattutto in modo accanito, sviluppare dei veri e propri sensi di colpa può avere conseguenze devastanti per la mente.
Amare più le foto che voi stessi: i social media possono alimentare i disturbi alimentari. Molte persone, infatti, giudicano se stessi e gli altri in base al numero di Mi Piace ricevuti sulle loro foto e selfie.
Sentirsi più apprezzati e amabili quando si è magri: altro segno che qualcosa non va. Ovvio, la nostra società si fonda anche su ‘valori’ di bellezza e magrezza, ma prendere questi esempi e renderli il motore trainante della nostra vita può, al contrario, distruggerci psicologicamente.
Portarsi dietro il condimento per l’insalata: quando mangiare a casa di un’altra persona, in una mensa o al ristorante, diventa un problema, significa che siete davanti a un campanello d’allarme e qualcosa non funziona. Anche sostenere che il proprio cibo o condimento ha un sapore migliore e per quello non mangiate altro, è segno di un problema.
Perdere le passioni: se l’essere magri diventa l’obiettivo e lo scopo della vita, tutto il resto cade in secondo piano, le passioni svaniscono e l’esistenza si fonda su un altro dio, la bilancia. Questo aspetto peggiora con l’avanzare dell’età e dell’invecchiamento.
[dicitura-articoli-medicina]