Venticinque anni fa ci lasciava il grande Domenico Modugno, ma il suo mito vola ancora oggi, va oltre la morte. Uno degli artisti che ha segnato la storia del nostro paese: il giovane di Polignano a Mare, arrivato nella capitale per fare fortuna, ha inciso circa 230 canzoni, interpretato 38 film per il cinema e 7 per la televisione, ha recitato in 13 spettacoli teatrali e condotto diversi programmi. Domenico Modugno ha battuto ogni record: ha vinto per ben quattro Festival di Sanremo. La prima nel 1958 con Nel blu dipinto di blu, universalmente conosciuta come Volare. Una canzone che diventerà un inno esaltante; un brano che fece sognare gli italiani nel boom economico, e che incanta ancora oggi; un pezzo destinato a diventare conosciutissimo, tanto da vendere 800 000 copie da noi e oltre 22 milioni nel mondo. Ma come è nata Nel blu dipinto di blu?
Domenico Modugno, “Volare”: come nacque la canzone “Nel blu dipinto di blu”
Nel Blu dipinto nel blu, presentato per la prima volta al Festival di Sanremo nel 1958 dallo stesso Modugno in coppia con Johnny Dorelli, riuscì a vincere quell’edizione, ottenendo così un successo planetario. Quello stesso anno partecipò anche all’Eurovision Song Contest, classificandosi al terzo posto. Una canzone che segnò all’epoca una “piccola rivoluzione”, Volare, altro titolo alternativo depositato dall’autore, era difatti qualcosa di metafisico, onirico, che rimandava ad una realtà allusiva. Insomma una vera novità nel panorama musicale italiano. A raccontare come ha avuto origine il brano è stata Franca Gandolfi, la moglie di Domenico Modugno, in un’intervista a Il fatto quotidiano: «C’era un amico attore, Franco Migliacci. Non aveva mai scritto un testo. Mio marito Mimmo voleva dargli una mano. Un giorno dovevamo andare al mare, però Migliacci si era ubriacato e non si presentò all’ appuntamento. Restò a dormire e – raccontò in seguito – sognò un quadro di Chagall, Le Coq Rouge. Scrisse versi sul firmamento: in quel periodo tutti eravamo presi dallo Sputnik. Franco e Mimmo cominciarono a lavorare su quel pezzo, litigando. Modugno sentiva che mancava qualcosa!», ha spiegato la fedele compagna di Mr. Volare, che ha poi aggiunto: «Finché, un giorno di autunno del ’57, scoppiò un gran temporale su Roma. Mimmo suonava al piano nella nostra casa di Piazza Cardinal Consalvi, a Ponte Milvio, quando all’ improvviso la finestra si spalancò e tutti i fogli volteggiarono in aria. Rapito, Mimmo prese a cantare ‘volare, oh oh’. Esultò: ‘Mancava questo!’. Fissò il momento su un registratore da due soldi: ho fatto sentire il nastro a Gianna Nannini. Metterò presto ordine su questi documenti sonori!».
La storia d’amore con Franca Gandolfi
Dunque Volare nacque per caso, per via di un temporale, di una folata di vento. Parimenti il gesto delle braccia spalancate di Modugno, che nella stessa intervista la moglie definì un «birbone». Nel corso degli anni il cantante pugliese si è guadagnato la fama di sciupafemmine e non a torto. Modugno aveva il vizio delle «belle femmine», come raccontato in uno dei suoi brani più famosi: La donna riccia. La storia d’amore con Franca Gandolfi, alla quale ha dedicato canzoni incredibili come Tu si na cosa grande, Resta cu mme e Il maestro di violino, è raccontata nella fiction Volare-La grande storia di Domenico Modugno, diretta da Riccardo Milano. La coppia si è sposata nel 1955 e ha avuto 3 figli: Marco (1958), Massimo e Marcello (1966).